Rifiuti e riciclo

Golfo di Follonica, salgono a trentadue le ecoballe recuperate dai fondali

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Foto ministero dell'Ambiente
Ne rimangono 24 ma sono state quasi tutte individuate. L’ammiraglio Aurelio Caligiore: “Lavoriamo senza sosta, la nostra è una corsa contro il tempo”.

 

Redazione

FOLLONICA (Gr) – Altre due ecoballe sono state ritrovate e recuperate nei giorni scorsi nel golfo di Follonica. Sale così a 32 il numero degli enormi cilindri, composti da rifiuti compattati, recuperati grazie al lavoro congiunto di Protezione Civile, ISPRA, Guardia Costiera, CNR e unità specializzate della Marina Militare.

emergenza-ecoballe-golfo-di-follonica_50210338003_oComplessivamente sono 56 le balle di rifiuti, dal peso di circa 1,2 tonnellate ciascuna, disperse in mare nel 2015 dalla motonave Ivy al largo dell’isolotto di Cerboli, nel tratto di mare fra l’Elba, Follonica e Piombino. In quasi cinque anni gli sporadici interventi di recupero avevano consentito di ritrovarne appena 16, ma con il trascorrere del tempo cresceva il rischio che si sfaldassero, con danni gravissimi e forse irreversibili.

Ma finalmente, dopo la dichiarazione dello stato di emergenza deliberata il 22 luglio dal Consiglio dei Ministri, le operazioni stanno procedendo speditamente. In soli tre mesi sono emerse altre 16 ecoballe mentre le restanti 24 sono state in gran parte individuate e in via di recupero. Forse si riuscirà a disinnescare la bomba ecologica che minaccia il mare della Toscana prima che esploda.

«La nostra è una corsa contro il tempo – spiega l’ammiraglio Aurelio Caligiore, alla guida del coordinamento tecnico/scientifico dell’operazione –, lavoriamo in maniera assidua e costante, individuando e recuperando le ecoballe per evitare il rischio di dispersione in mare dei rifiuti per effetto dell’erosione e delle correnti».

Individuate e imbracate, le ecoballe vengono caricate con estrema prudenza a bordo delle navi della Marina Militare, proprio per evitare ogni forma di dispersione di materiale inquinante, mentre le navi della Guardia Costiera provvedono a effettuare una cintura di sicurezza nell’area di recupero.
Una volta a terra i rifiuti pressati finiscono al vaglio di una società specializzata, individuata dalla Regione Toscana, responsabile del successivo conferimento in discarica.

Fonte: Ministero dell’Ambiente

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