L’Anmil di Pistoia ha inoltrato una richiesta urgente alla Regione Toscana. Il coordinatore Daniele Manetti: “Abbiamo già pagato abbastanza, adesso ci devono proteggere”.
di Gabriella Congedo
PISTOIA – Hanno già pagato un prezzo altissimo e non è giusto che paghino ancora, visto che per loro un’infezione da Coronavirus sarebbe letale. Sono gli operai e i pensionati con gravi malattie professionali cardiorespiratorie contratte per l’esposizione all’amianto e al rischio chimico. Persone con i polmoni distrutti, la cui sopravvivenza è attaccata a un filo sottile. E che ora più che mai hanno bisogno di particolari protezioni.
Per loro si è mossa la Commissione Malattie professionali dell’ANMIL di Pistoia con una richiesta urgente trasmessa alcuni giorni fa al presidente della Toscana Enrico Rossi e all’assessore alla Salute Stefania Saccardi. Cosa chiedono gli ex esposti all’amianto? Di avere le mascherine, per l’esattezza quelle del tipo FFP3 che assicurano la massima protezione. Purtroppo introvabili, almeno per ora.
“Gli operai e i pensionati con gravi malattie professionali cardiorespiratorie hanno fame d’aria e una gran voglia di camminare – spiega Daniele Manetti, responsabile della commissione ed egli stesso ex esposto all’amianto dopo trent’anni all’Ansaldo Breda. – Sono due cose essenziali per la loro stessa sopravvivenza a detta dei medici, non possono stare chiusi in casa altrimenti per loro è la fine. E dunque quando sarà il momento, ci si augura il più presto possibile, bisogna che possano passeggiare con idonee e sicure mascherine protettive FFP3”.
Le mascherine dovrebbero essere fornite dalla Regione attraverso la Protezione Civile o un altro ente autorizzato. Ma non basta. Queste persone che hanno già dato tanto rimettendoci la salute avrebbero bisogno anche di tamponi e di qualunque altro accorgimento che possa proteggerli.
Intanto per loro in questi giorni è arrivata una buona notizia. La Giunta regionale ha dato il via libera alla seconda fase del progetto di sorveglianza sanitaria dei cittadini che nella vita lavorativa hanno subito esposizioni all’amianto.
Il progetto, partito nell’aprile 2017, consiste in uno specifico programma gratuito di sorveglianza sanitaria per individuare, il più precocemente possibile, eventuali malattie derivate dall’esposizione all’amianto.
Finora in Toscana sono stati attivati 30 ambulatori, esaminati 1.900 ex-esposti e fatte 2.200 visite; il 92% dei cittadini visitati è stato classificato come ex-esposto ad amianto e inserito nel programma regionale di sorveglianza sanitaria.
Per la seconda fase del progetto sono state identificate 129 aziende e 4.713 ex-esposti da invitare a visita. Ma c’è il rischio che il Coronavirus, nemico invisibile e insidioso, possa vanificare il lavoro fatto e i denari spesi fin qui.
“I lavoratori e pensionati con gravi malattie professionali cardiorespiratorie hanno già pagato e sofferto abbastanza – conclude Manetti – non aumentiamo il loro calvario e tuteliamoli in modo serio. Alcuni di noi vorrebbero anche offrirsi volontari per la sperimentazione sulla propria persona dei nuovi vaccini quando saranno disponibili. Chiediamo dunque di venire costantemente informati”.
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