La Emys orbicularis è in grave pericolo minacciata dalla specie aliena invasiva Trachemys, una testuggine importata dagli Usa e spesso rilasciata in natura.
Redazione
23 maggio 2023
PISA – Martedì 23 maggio è la giornata mondiale delle tartarughe, istituita per tenere alta l’attenzione sull’importanza di difendere questi rettili e i loro habitat.
Nel Parco di San Rossore è attivo il progetto europeo LIFE UrCA PROEMYS che ha l’obiettivo di salvaguardare la Emys orbicularis, l’unica specie di testuggine palustre europea autoctona. Questo Life è coordinato dal WWF in Italia e Slovenia e ha coinvolto 50 aree nei due Paesi, tutte comprese nella Rete Natura 2000. Tra queste anche il Parco di San Rossore.
È importante proteggere la Emys orbicularis poiché questa testuggine è in grave pericolo. Le cause sono molteplici, la più seria è la presenza della specie aliena invasiva Trachemys, la testuggine importata dagli Stati Uniti come animale domestico e spesso abbandonata sconsideratamente in natura, dove compete con le tartarughe autoctone mettendo in pericolo la biodiversità. A San Rossore e nel Parco sono in corso i controlli e le catture di questi animali che non vengono abbattuti ma affidati a centri di accoglienza specializzati.
Emys orbicularis, l’unica testuggine palustre europea
La testuggine palustre europea Emys orbicularis (L.) è una delle specie di testuggini più diffuse nell’Europa meridionale e centrale, nell’Asia occidentale e nel nord Africa. Il suo habitat è costituito da ambienti umidi come stagni, laghi, fiumi e paludi. Ha una dieta mista erbivora e carnivora.
La diversità tra i sessi è evidente: i maschi adulti sono sempre di dimensioni minori rispetto alle femmine, con carapace meno rilevato rispetto alle femmine e piastrone concavo e nettamente più corto rispetto alla lunghezza del carapace, mentre nelle femmine è piatto e di lunghezza pari o (raramente superiore) a quella del carapace. Seleziona ambienti terrestri aperti e con terreno morbido per la nidificazione.
La maturità sessuale è raggiunta a 5-6 anni di età. Le femmine depongono in media 7-8 uova per covata e coprono il nido con il terreno scavato prima di abbandonarlo. I giovani emergono dopo circa 90-100 giorni di incubazione. Nei casi di riproduzioni tardive i piccoli ibernano nel suolo dove sono state deposte le uova ed emergono all’inizio della primavera successiva quando le condizioni sono più favorevoli.
Comparata con molti altri rettili e anfibi, questa specie ha un’aspettativa di vita relativamente lunga. La mortalità tuttavia è molto alta per i neonati a causa dell’alto numero di predatori.
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