La consigliera regionale: “Non abbiamo dati che spieghino cos’hanno trovato nelle analisi che hanno coinvolto la popolazione dell’Amiata”.
Redazione
Il settore geotermico in Toscana copre oltre il 30% del fabbisogno energetico, con 33 impianti distribuiti in 17 Comuni. Nel 2018 un decreto del Governo aveva escluso la geotermia dalle fonti di energia rinnovabile che possono accedere agli incentivi. Era andato su tutte le furie l’allora presidente Enrico Rossi che aveva parlato di “attacco alla Toscana” mentre avevano esultato i comitati, per i quali la geotermia non è né pulita né rinnovabile, non porta benessere e deprime i territori dove sorgono le centrali. In ogni caso nel 2020 gli incentivi sono stati reintrodotti e adesso il governo della Toscana chiede che si faccia presto a renderli operativi.
Ci sono comitati come SOS Geotermia Amiata, Rete Nazionale NoGesi e Difesa del Territorio Cittadini di Saragiolo che si oppongono alla costruzione di nuove centrali geotermiche a Montenero d’Orcia, nel Comune di Castel del Piano, e a Poggio Montone, a cavallo tra Piancastagnaio e Santa Fiora.
Di “monocultura geotermica” in Toscana, che avrebbe impedito lo sviluppo di altre fonti energetiche, ha parlato spesso Tommaso Fattori, leader di Toscana a Sinistra. “Neppure sono stati sostituiti i tetti dei capannoni industriali in eternit con pannelli solari. La geotermia non è affatto sempre pulita e se lo sia o meno dipende dal tipo di tecnologie utilizzate e dalla composizione del fluido geotermico. In Amiata, una delle più antiche miniere di mercurio al mondo, le centrali con vecchia tecnologia flash a circuito aperto emettono sostanze dannose per la salute e per l’ambiente, solo in parte intercettate dai filtri Amis. Ed emettono una quantità di C02 uguale a quella di centrali di equivalente potenza alimentate da combustibili fossili”.
E a proposito della media entalpia: “Non ha emissioni ma ha comunque un potenziale impatto paesaggistico e un impatto sulle falde idriche”.
A distanza di alcuni mesi gli fa eco Silvia Noferi, consigliera regionale del M5S: “Le decisioni prese dalla Giunta non tengono in considerazione gli studi epidemiologici, altrimenti non si capisce come si trovi il coraggio di presentare ai consiglieri una proposta di determina, nello specifico la PDD 49 che prevede la modifica del Piano ambientale ed energetico regionale (PAER) ai fini della definizione di Aree non idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia geotermica in Toscana, senza che vengano resi noti i risultati delle indagini sanitarie che hanno coinvolto la popolazione dell’Amiata, proprio dove Sorgenia vuole costruire una nuova grossa centrale”.
“Sul sito dell’Agenzia regionale di Sanità, dopo quasi due anni, non è presente nessun dato che spieghi cos’hanno trovato in quelle analisi cliniche – conclude la Noferi – e alla mia richiesta di notizie nessuno è stato capace di darmele, nemmeno la persona che si occupa del Settore Energia e Inquinamenti”.
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