Secondo il sondaggio IPSOS – Marevivo il 78% degli italiani preferisce lo sfuso. Ma il Governo è contrario al nuovo regolamento Ue per ridurre gli imballaggi.
di Gabriella Congedo
28 ottobre 2023
Nell’acquisto di frutta e verdura più di 3 italiani su 4 preferiscono lo sfuso e sono pronti a fare a meno della plastica monouso. È quanto emerge dal sondaggio IPSOS commissionato da Marevivo con il sostegno della Fondazione Hillary Merkus Recordati nell’ambito della campagna nazionale #BastaVaschette.
La grande distribuzione si conferma come il canale di acquisto più utilizzato (il 70% del campione intervistato). Ma il dato rilevante è che, potendo scegliere tra le due opzioni di acquisto, la stragrande maggioranza degli italiani (78%) opta per lo sfuso e solo il 22% per il confezionato. E se per i consumatori l’acquisto di frutta e verdura sfuse è considerato la normalità solo il 36% fatica ad abbandonare gli imballaggi monouso di plastica.
Quanto alle motivazioni, chi acquista frutta e verdura sfuse vuole poter scegliere la quantità esatta di prodotto (35%) e verificarne la qualità (29%). I vantaggi, invece, di acquistare prodotti imballati nella plastica risiedono principalmente in una maggior garanzia di igiene e nel risparmio di tempo.
A frenare l’adesione unanime alla scelta dello sfuso sono, spiega Marevivo, alcuni miti ancora da sfatare. Un intervistato su tre non sa che gli imballaggi di plastica contaminano il cibo rilasciando residui ed è convinto che siano sempre completamente riciclabili, il 22% pensa che proteggono la nostra salute e il 19% sostiene che riducano lo spreco di cibo.
A livello più generale la quasi totalità degli intervistati (90%) concorda che ridurre il consumo di plastica è fondamentale per proteggere l’ambiente e chiede a Governo e istituzioni leggi che impongano comportamenti più rispettosi e una migliore informazione. Non a caso solo 1 intervistato su 5 dichiara di conoscere il procedimento del riciclo della plastica.
Se gran parte degli italiani sembra pronta a fare a meno della plastica monouso altrettanto non si può dire di chi ci rappresenta in Europa né del nostro sistema produttivo. L’Italia ha tentato fino all’ultimo di bloccare il nuovo regolamento europeo sugli imballaggi, approvato a maggioranza il 24 ottobre dalla Commissione Ambiente del Parlamento europeo con lo scopo di ridurre gradualmente gli imballaggi inutili e i rifiuti prodotti nel Vecchio Continente promuovendo il riciclo e il riuso. L’iter proseguirà con la seconda sessione plenaria del Parlamento Ue prevista per novembre.
Eppure i numeri ci dicono che c’è poco da stare allegri. Ogni anno solo in Italia vengono utilizzati 1,2 miliardi di vaschette di plastica, molto spesso non riciclabili. E si stima che nei prossimi anni aumenteranno del 35%.
Per renderne consapevoli produttori, distributori e consumatori Marevivo e Zero Waste Italy hanno lanciato la campagna #BastaVaschette.
Le due associazioni chiedono una legge anche in Italia che vieti l’utilizzo di confezioni di plastica monouso per l’ortofrutta. In Francia per esempio gli imballaggi di plastica sono già vietati per una trentina di prodotti ortofrutticoli freschi la cui confezione non superi il peso di 1,5 kg.
Un altro obiettivo della campagna è indurre i consumatori a cambiare abitudini scegliendo di acquistare prodotti sfusi. Basterebbe questo, assicurano, per ridurre dell’80% l’impiego della plastica nell’ortofrutta. Per aderire alla campagna #BastaVaschette collegarsi a questo link.
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