Neanche il sito del Ministero fornisce informazioni aggiornate su progetti, spesa e stato di avanzamento dei lavori. Eppure parliamo di miliardi.
di Sandro Angiolini
4 febbraio 2023
I numeri non sono tutto nella vita ma spesso aiutano a capire come stanno realmente le cose, nell’economia e nella società. Oggi parliamo di un tema che ho già toccato in passato e che è tornato di attualità questa settimana: la spesa del PNRR (Piano Nazionale di ripresa e resilienza).
Ricordo che si tratta di fondi arrivati dall’Europa, di cui un terzo gratis, quindi circa 70 miliardi di euro su un totale di 210 (sul resto si paga un tasso d’interesse simbolico). Da notare che questa somma equivale a ciò che si impegna con circa 9 leggi finanziarie annuali in Italia: un’enormità.
Solo che, apparentemente, nessuno sa dire con certezza quanti se ne siano già realmente spesi, e soprattutto con quali impatti (vedere www.openpolis.it/è impossibile analizzare il nuovo Pnrr). Si parla di circa 40 miliardi, cioè poco più del 20% della disponibilità totale, che ricordo va esaurita entro la fine del 2026: mancano meno di tre anni. Il fatto che per aggiornarsi uno debba andare sul sito web di una fondazione piuttosto che su quello di un ministero è già inquietante; lo è secondo me ancora di più che i governatori delle varie regioni non siano riusciti a disporre di uno strumento di monitoraggio serio su quello che accade nel proprio territorio; come cittadino mi sento preso in giro.
Sempre in questa settimana i media hanno detto che una parte di questi fondi verrà stornata a favore degli agricoltori che protestano (cosa non prevista originariamente); non è chiaro esattamente quanto e da quale altra destinazione lo saranno. Almeno nel caso del famoso “piano Mattei” a favore dell’Africa abbiamo recentemente appreso che una metà circa dei 5,5 miliardi destinati a tali Paesi viene preso da un fondo per la lotta al cambiamento climatico (no comment…).
Sembrano episodi tratti da una commedia di Totò ma è la realtà di un Paese che, vi ricordo, ha accumulato finora un debito di oltre 2.800 (duemila e ottocento) miliardi di euro. In altre parole, ogni nuovo nato in Italia si trova sulle spalle un debito di circa 45.000 euro (poi ci si lamenta della crisi di natalità).
Sempre in questa settimana vari media hanno acceso la luce su un’altra cifra che fa impressione: in Italia si spreca mediamente cibo per un valore di circa 13 (tredici) miliardi di euro; soprattutto nelle regioni del Sud, cioè quelle teoricamente più povere, e soprattutto da parte dei single.
Ecco, credo che questi siano davvero dei numeri su cui riflettere seriamente e su cui ognuno di noi dovrebbe impegnarsi (compatibilmente con le proprie responsabilità e possibilità) per fare qualcosa di meglio. Certo, non aiutano dei media costantemente alla ricerca di scandali e fatti di cronaca nera che alimentano di fatto distrazione, disorientamento e disinteresse verso i beni comuni.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
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