Da Arpat i dati del monitoraggio 2016-2018. Glifosate e Ampa con concentrazioni superiori allo standard di qualità ambientale nei torrenti Versilia, Turrite di Gallicano e Ozzeri.
di Gabriella Congedo
LUCCA – Nel comprensorio lucchese quasi la metà dei corpi idrici non raggiunge lo stato ecologico “Buono”.
ARPAT ha reso note le valutazioni sui fiumi della Lucchesia per il triennio 2016-2018 relativamente a tre bacini: Serchio, Arno e Toscana Nord. La stella polare è la Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE che impone il raggiungimento dello stato di Buono entro il 2021. E benché alcuni miglioramenti siano stati rilevati rispetto al triennio 2012-2015, molti fiumi non soddisfano ancora i requisiti di qualità ambientale.
Per quanto riguarda il metodo, l’agenzia regionale ha individuato e analizzato 24 “corpi idrici”, che possono essere un intero torrente oppure, nel caso dei fiumi più grandi, una porzione di un corso d’acqua, e ne ha valutato la qualità sulla base di due parametri: lo stato ecologico (cioè la presenza e la qualità delle forme di vita) che può essere elevato, buono, sufficiente, scarso, cattivo, e quello chimico.
Fa parte dello stato chimico, spiega ARPAT, anche la ricerca di inquinanti nel biota (il complesso di organismi vegetali e animali che occupano un determinato spazio in un ecosistema). Attività svolta per ora in poche stazioni a livello sperimentale. Nel comprensorio lucchese sono interessati da questo monitoraggio solo i torrenti Lima, Corfino e Vezza. In tutti e tre i casi lo stato chimico risultato dai campioni di biota è risultato non buono.
Più nel dettaglio, nel sottobacino Usciana il Pescia di Collodi risulta buono sia per lo stato chimico che per quello ecologico, che mostra un miglioramento rispetto al triennio precedente.
Nel sottobacino Versilia prevale lo stato ecologico sufficiente/scarso. Lo stato chimico risulta non buono solo nel Versilia. Il punto di campionamento del Versilia è a valle, spiega l’agenzia, e risente dello scarico del depuratore comunale di Querceta. Nelle vicinanze inoltre c’è il “Golf Versilia” e questo fa supporre che i fitosanitari usati per il manto erboso influenzino la qualità delle acque superficiali limitrofe.
Per quanto riguarda i corpi idrici del bacino del Serchio, 4 registrano uno stato chimico non buono, i restanti buono. E per la prima volta 4 torrenti, gli unici in verità, possono vantare uno stato ecologico elevato: sono il Pedogna, Corsonna, Fegana e il tratto lucchese del Serchio.
“Tra le sostanze che concorrono al non raggiungimento degli obiettivi di qualità fissati dalla Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE – informa una nota dell’agenzia – vanno segnalati i fitofarmaci e in particolare l’erbicida glifosate e il suo metabolita AMPA che risultano presenti con concentrazioni superiori allo standard di qualità ambientale nei torrenti Versilia, Turrite di Gallicano e Ozzeri”.
Per lo stato ecologico è stato rilevato un modesto miglioramento sia nel bacino dell’Arno che in quello del Serchio. Migliora anche lo stato chimico in tutti e tre i sottobacini a eccezione del torrente Fegana, che peggiora la sua condizione.
Tra gli inquinanti che determinano lo stato chimico non buono si segnalano: mercurio, tributilstagno, benzo(a)pirene e acido perfluoroottansolfonico (PFOS).
“Questi composti perfluorurati – spiega ARPAT – vengono impiegati, oltre che per i contenitori per alimenti e le superfici antiaderenti per le padelle, nell’industria tessile come impermeabilizzanti per l’abbigliamento, in particolare sportivo, e tra essi il PFOS è stato rinvenuto nelle acque del torrente Versilia”.
In definitiva emerge una situazione meno critica rispetto ad altre zone della Toscana, come il Pistoiese con i suoi vivai e il Pratese con le industrie tessili, ma ancora lontana dagli obiettivi di qualità delle acque fissati dalle direttive europee.
Il report con le relative tabelle su Arpat News: Comprensorio lucchese: stato chimico ed ecologico dei fiumi
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