La presidente Rosati: “Pene più severe per questi reati”. L’uomo si era giustificato dicendo che il cane era diventato improvvisamente aggressivo ma i Carabinieri non gli hanno creduto.
di Marcello Bartoli
FIRENZE – Un brutto episodio di cronaca accaduto qualche giorno fa ha scosso il mondo animalista, e non solo. Un fiorentino di 38 anni già noto alle Forze dell’ordine ha ucciso il proprio cane, un pitbull, con una serie di coltellate inferte con un coltello da cucina. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri chiamati dai vicini, allarmati dai rumori provenienti dalla casa. All’arrivo dei militari, l’uomo si è giustificato dicendo che il cane era diventato improvvisamente agitato e aggressivo e che lui avrebbe reagito in preda all’ira.
Una spiegazione che non ha convinto i carabinieri, che infatti lo hanno denunciato per uccisione di animale. Ma è in arrivo anche un’altra denuncia da parte della Lega Nazionale per la Difesa del Cane (LNDC – Animal Protection).
“Il nostro team legale è al lavoro per unirci alla denuncia già sporta dai Carabinieri per uccisione di animale, ai sensi dell’art. 544 -bis del Codice Penale – commenta Piera Rosati, presidente LNDC – Come sempre, però, dobbiamo lamentare la scarsa efficacia delle pene previste dall’ordinamento attuale e cogliamo l’occasione per rilanciare la nostra petizione mirata a richiedere non solo pene più severe ma anche l’arresto e il fermo per chi compie queste crudeltà”.
Questi reati non devono essere sottovalutati né considerati di serie B perché, continua Piera Rosati “rappresentano un campanello di allarme di pericolosità sociale non solo per gli animali ma anche per le persone, e il fatto che quest’uomo fosse un pregiudicato ne è l’ennesima dimostrazione. Confidiamo nel lavoro degli inquirenti e dei magistrati affinché non sottovalutino questa violenza”.
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