“Un altro clamoroso esempio di vendita e distruzione di un bene pubblico demaniale per far posto all’ennesimo centro commerciale”.
di Gabriella Congedo
FIRENZE – La cosa potrà piacere o non piacere ma oramai i giochi sono fatti. Sono partiti questa settimana i lavori per la costruzione della nuova Esselunga nel quartiere di Rifredi, tra via Mariti e Ponte di Mezzo, al posto dell’ex Panificio Militare i cui edifici saranno completamente abbattuti. Oltre alla struttura commerciale il progetto prevede un giardino e un grande parcheggio, entrambi di uso pubblico, una pista ciclabile e nuove strade. Insomma, un’operazione di restyling in uno dei quadranti più congestionati della città.
Il Panificio Militare, costruito negli anni Venti del Novecento, fino al 1936 è stato usato per fornire generi di prima necessità alle caserme della città; poi è stato adibito a magazzino e rimessa. Dismesso definitivamente alla fine degli anni ’70 è rimasto abbandonato per 50 anni. Finchè il Piano di recupero approvato nel 2019 dal Comune di Firenze ha previsto che al suo posto venisse costruito un supermercato Esselunga con giardini aperti alla cittadinanza, parcheggi e la riqualificazione dell’intero quartiere.
“L’intervento previsto nel Regolamento Urbanistico vede una riduzione della superficie da ricostruire da 10.000 a 8.000 metri quadrati – spiega l’assessore all’Urbanistica Cecilia Del Re – e attiverà un cantiere da 90 persone in media con punte di 150 lavoratori negli ultimi mesi. A regime, darà lavoro a circa 200 persone contribuendo in questa fase di difficoltà anche a portare benefici dal punto di vista dell’occupazione”.
Non tutti esultano per l’inizio dei lavori. Una parte dei residenti lamenta la mancata consultazione degli abitanti del quartiere e avrebbe preferito fosse mantenuta, attraverso un adeguato restauro/recupero, una destinazione pubblica. C’è poi Italia Nostra Firenze che ha ingaggiato una lunga battaglia per fermare il progetto, culminata con il lancio di una petizione.
“L’area e il complesso dell’ex-Panificio militare di Firenze è un altro clamoroso esempio di vendita e distruzione di un bene pubblico demaniale – scrive Mario Bencivenni sul sito dell’associazione – oltretutto una pregevole testimonianza di architettura della prima metà del ‘900, perpetrato con ostinazione dalle amministrazioni che nell’ultimo ventennio si sono avvicendate nel governo di Firenze”.
Si potevano fare altre scelte? Probabilmente sì. Fermo restando che di nuovi supermercati non si sente alcun bisogno, con o senza giardinetti e piste ciclabili, rimane il fatto però che per mezzo secolo non si è concretizzata nessuna alternativa praticabile, almeno dal punto di vista dell’amministrazione comunale. E davanti alla prospettiva di altri 50 anni di degrado e abbandono forse è stato meglio così.
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