Ecosistema

Fiori selvatici per rinforzare gli argini dei fiumi: avviata sperimentazione in Toscana

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Al via il progetto ‘Argini fioriti – wildflowers’ dall’accordo fra Consorzio di Bonifica Toscana nord e Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Pisa.

 

Redazione
30 novembre 2024

Corsi d’acqua più belli, vivi e sicuri grazie ai… fiori selvatici. Ha preso il via un progetto di collaborazione scientifica fra Consorzio di Bonifica Toscana Nord e Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa che si pone un obiettivo ambizioso nell’arco di due anni: sfruttare le infinite possibilità della natura per rinforzare gli argini, ridurre il rischio idraulico, tutelare la biodiversità e abbattere i costi di manutenzione.

La ricerca si chiama ‘Argini fioriti – wildflowers’, fiori selvatici per l’appunto: si studieranno alcune piante autoctone già presenti nel territorio gestito dal Consorzio per sfruttarne al meglio le proprietà. Piante capaci di contrastare l’erosione superficiale da dilavamento per avere argini più solidi e che, al tempo stesso, producono una gran quantità di fiori per alimentare gli insetti impollinatori. E in più sono anche belle da vedere, un elemento di pregio per la riqualificazione del paesaggio rurale.

Non solo. Queste specie erbacee, infatti, hanno una crescita ridotta e raramente diventano così grandi da ostacolare il normale deflusso dell’acqua. Questo potrebbe permettere, in futuro, di studiare nuovi modelli di manutenzione e pulizia abbattendone i costi senza intaccare il livello di sicurezza idraulica, migliorando al tempo stesso la qualità ecologica degli ecosistemi fluviali.

 “Fiumi sempre sicuri e al tempo stesso vivi e belli, ricchi di biodiversità. Un valore aggiunto per tutti i territori – sottolinea il presidente del Consorzio di Bonifica Toscana Nord Ismaele Ridolfi – perché queste azioni aumentano il decoro dei corsi d’acqua che diventano più piacevoli e vivibili. È un’iniziativa che si inserisce tra i progetti del Consorzio legati alla biodiversità, in particolare la manutenzione gentile, rispettosa degli ecosistemi fluviali e degli habitat naturali: si tratta di interventi di pulizia e taglio mirati che permettono di mantenere delle fasce di vegetazione ripariale lungo l’alveo nei periodi più delicati, ossia primavera ed estate”.

Già definite le tappe del progetto. Entro il mese di dicembre saranno individuati i tratti dei corsi d’acqua su cui procedere all’impianto delle nuove specie privilegiando aste a ridotta intensità idraulica e inserite in contesti agricoli o naturalispiega il professor Nicola Silvestri, referente per il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali – Nel corso del primo semestre 2025 si procederà con la messa a dimora delle specie selezionate mentre nel semestre successivo verranno valutati gli effetti sia in termini ambientali che di gestione idraulica. Nel 2026 una nuova campagna di semina o trapianto per annullare eventuali fallanze e arricchire ulteriormente la comunità floristica. Il monitoraggio dei risultati consentirà di valutare la possibilità di estendere gli interventi ad altre porzioni della rete idrica superficiale”.

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