La Procura della Repubblica di Grosseto ha chiuso le indagini sul taglio di 30 ettari di bosco in area protetta. Ipotesi di reato per tre persone.
di Gabriella Congedo
ROCCASTRADA (Gr) – I tagli boschivi nella riserva naturale del Farma, che tante proteste hanno suscitato lo scorso anno, finiranno in Tribunale e qualcuno con nome e cognome ne dovrà rispondere.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Grosseto, secondo quanto si apprende dall’associazione ecologista GrIG (Gruppo d’Intervento Giuridico onlus), ha chiuso le indagini riguardanti il taglio di 30 ettari di bosco a Poggio Volpaio – Belegaio, nel comune di Roccastrada.
Si tratta di un bosco antico di alberi d’alto fusto: pini marittimi, lecci, querce da sughero dove, secondo le associazioni ambientaliste, è stato compiuto uno scempio con la distruzione del sottobosco, tagli indiscriminati di alberi autoctoni, alterazione del suolo per il passaggio di mezzi enormi. Eppure si tratta di un’area protetta dalle norme regionali ed europee (Rete Natura 2000).
Da quanto si sa, dopo gli accertamenti compiuti dai Carabinieri Forestali la Procura della Repubblica di Grosseto ha individuato la responsabilità di tre persone: il rappresentante legale della ditta esecutrice dei tagli, il direttore dei lavori e il tecnico istruttore dell’Unione dei Comuni che li ha autorizzati. Le ipotesi di reato: taglio a raso di fustaie, sconfinamento dall’area di taglio autorizzata, intervento di taglio in difformità da quanto autorizzato, mancanza di autorizzazione paesaggistica, degrado di habitat protetto.
Soddisfatta l’associazione ecologista GrIG, che a giugno del 2019 aveva inoltrato due istanze di accesso civico a tutti gli enti pubblici coinvolti. Dalle risposte arrivate era emerso un quadro autorizzativo piuttosto carente.
In particolare l’Unione dei Comuni Montani delle Colline Metallifere aveva reso noto che il taglio boschivo, incominciato a marzo, era munito di: dichiarazione di taglio; parere positivo di Valutazione di incidenza ambientale secondo il Piano di gestione forestale 2008-2022 della Regione Toscana; parere specialistico sugli aspetti naturalistici e studio propedeutico alla valutazione d’incidenza ecologica.
Nessuna traccia, invece, di autorizzazione paesaggistica, che secondo l’associazione sarebbe stata necessaria in quanto la riserva naturale Farma è un’area protetta tutelata da vincolo paesaggistico. Tanto più che in questo caso, accusa il GrIG, il taglio boschivo sarebbe stato deciso non per finalità di gestione naturalistica ma per ragioni economiche.
Ma non è tutto. “Un ulteriore, forte dubbio sulla legittimità del taglio – scrive l’associazione in una nota – era dato dal fatto che nel periodo primaverile ed estivo sono vietati tutti gli interventi che possano disturbare la riproduzione dell’avifauna selvatica (art. 5 della direttiva n. 2009/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica”.
“Sarebbe questo il metodo toscano di tutela dei boschi rientranti in aree naturali protette comunitarie, nazionali e regionali (parchi e riserve naturali), il taglio?” conclude il GrIG, che chiede l’intervento dei ministeri competenti per la difesa della riserva naturale e un sussulto di buon senso da parte della Regione Toscana e degli enti locali interessati “per la profonda revisione di un modo di operare deleterio per i boschi, l’equilibrio idrogeologico e la fauna selvatica. I boschi non sono banali cataste di legna per le centrali a biomassa”.
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