Blitz dei Carabinieri forestali a Montelupo Fiorentino. La pratica del doping è molto diffusa tra i cacciatori e serve per far cantare gli uccelli più a lungo.
di Gabriella Congedo
MONTELUPO FIORENTINO (Fi) – Farmaci di provenienza oscura, mai prescritti da nessun medico o veterinario, sostanze dopanti, attrezzature per la caccia proibite, come le reti da uccellagione. Un vero e proprio campionario di illegalità quello trovato dai Carabinieri Forestali di Empoli e di Firenze durante un controllo in un allevamento di uccelli da richiamo gestito da un pensionato nel Comune di Montelupo Fiorentino.
“In uno dei locali adibiti all’allevamento – informa una nota del Comando provinciale Carabinieri di Firenze – erano detenuti all’interno di un frigorifero numerosi farmaci, sia ad uso veterinario che umano, fra i quali alcuni a effetto dopante”. La pratica del doping per gli uccelli da richiamo infatti è largamente diffusa tra i cacciatori: queste sostanze servono per farli cantare più a lungo.
Sulla provenienza dei farmaci l’allevatore non è stato in grado di fornire spiegazioni convincenti se non accennando a un fantomatico progetto scientifico sperimentale. Inoltre, si apprende dalla nota, “non è stata riscontrata e fornita nessuna documentazione attestante le prescrizioni dei farmaci da parte di medici veterinari, né da parte di medici per i farmaci a uso umano”.
Vista la situazione i militari, dopo aver sentito il magistrato d’urgenza della Procura della Repubblica di Firenze, hanno deciso di procedere a una perquisizione a tappeto di tutti i locali dell’allevamento trovando altri farmaci dopanti e reti da uccellagione, che sono proibite.
Il titolare non l’ha presa bene e così è stato denunciato, oltre che per maltrattamento di animali ed esercizio abusivo della professione medico veterinaria, anche per le minacce rivolte a un ufficiale dei Carabinieri nel corso delle operazioni.
I militari hanno sequestrato documenti, farmaci, reti da uccellagione e oltre 100 uccelli tra tordi, merli e cesene. Gli animali sono stati trasferiti presso un centro specializzato fuori Regione.
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