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Eruzioni vulcaniche, targato Unifi il primo sistema al mondo di allerta veloce

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Grazie a un sistema di sensori l’allarme alla Protezione Civile scatta un’ora prima dell’esplosione. Il monitoraggio, attivo dal 2015 sull’Etna, viene ora testato sui vulcani islandesi.

 

FIRENZE – Riuscire a dare l’allarme in tempi rapidi nelle situazioni di emergenza fa la differenza. Se l’emergenza è nientemeno che il vulcano attivo più grande d’Europa, l’Etna, che si prepara per una delle sue famose esplosioni, si comprende bene l’utilità di un’informazione tempestiva su quello che sta per accadere.
Il primo sistema al mondo di allerta veloce (early warning) di un’eruzione vulcanica, capace di dare l’avviso da remoto un’ora prima dell’esplosione del vulcano, è il risultato di dieci anni di lavoro del team del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze guidato da Maurizio Ripepe, ricercatore di Geofisica della terra solida. Ne dà testimonianza un recente articolo pubblicato sul Journal of Geophysical Research: Solid Earth, ripreso da Nature News.

Maurizio Ripepe
Maurizio Ripepe

“Quello che abbiamo elaborato e testato in questi anni – spiega Ripepe – non è uno strumento di previsione delle eruzioni, ma un’allerta rapida di un’esplosione che si sta preparando. Quando un vulcano entra in una condizione di dinamica instabile, il cui sviluppo sarà quasi sicuramente un’eruzione, entra in una fase di forte degassamento che immette nell’atmosfera gas e materiale lavico. Quest’attività, prima ancora che il vulcano esploda, genera degli infrasuoni, cioè dei suoni a bassa frequenza, sotto i 20 Hz, che non sono udibili dall’orecchio umano ma vengono raccolti dai sensori posti sia sul vulcano che a centinaia di chilometri di distanza. Questi trasmettono i loro dati a laboratori dove vengono elaborati in tempo reale per poter dare l’allarme”.

Il monitoraggio, realizzato con un finanziamento della Protezione Civile Nazionale, è attivo dal 2015 sull’Etna; il sistema di allarme invia automaticamente messaggi di testo ed e-mail al Dipartimento della Protezione Civile, in media circa un’ora prima dell’esplosione. “E’ questo il tempo medio di preparazione del vulcano prima dell’eruzione – commenta Ripepe – Un preavviso di questo genere può essere decisivo per la sicurezza non solo di chi abita nei pressi del vulcano ma anche per il traffico aereo. Basti pensare che le ceneri di un’esplosione si disperdono in atmosfera fino a centinaia di chilometri di distanza e che i motori di un aereo possono bloccarsi quando entrano in una nuvola di polvere vulcanica”.

Il monitoraggio dei vulcani targato Unifi viene ora testato sui vulcani islandesi, fra cui il famoso Eyjafjalljökull, la cui eruzione del 2010 provocò il blocco del traffico aereo europeo per diverse settimane.

Fonte: Università di Firenze

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