La Regione mette in piedi una task force per combatterla ma per l’associazione pisana si tratta solo di sostegno agli stabilimenti balneari.
di Marcello Bartoli
PISA – L’erosione costiera rischia di provocare danni importanti all’ambiente e alle imprese del settore turistico balneare. Per combatterla una task force permanente è stata convocata dell’assessora ad Ambiente, Protezione civile e Difesa del suolo Monia Monni con i Comuni e le associazioni dei balneari di tutta la Toscana. Sono stati presentati il master plan relativo alla situazione attuale delle coste toscane e il censimento delle opere finora realizzate mentre il Consorzio Lamma ha illustrato le modalità con cui avvengono questi fenomeni, studiati anche con l’impiego di tecnologie satellitari.
Da qui la task force ha deciso di costituire alcuni tavoli tecnici, suddividendoli per aree geografiche omogenee, coordinati dai funzionari del Genio Civile di riferimento, a cui parteciperanno i Comuni e le associazioni di categoria. I tavoli tecnici, che sono già stati convocati, avranno due compiti principali: impostare gli interventi di ripascimento necessari per la prossima stagione estiva e progettare interventi strutturali per combattere definitivamente i fenomeni erosivi.
Sugli interventi di riprofilatura stagionale con sedimenti marini tra Marina di Pisa e Tirrenia interviene l’associazione pisana La Città Ecologica: “Se non abbiamo capito male l’intervento consiste nel prelevare sabbia in mare e stenderla sull’arenile in concessione ai privati. Quindi, sempre se non sbagliamo, non si tratta di un lavoro per rendere più efficiente la barriera soffolta (sotto la superficie del mare, ndr). Se è così non si può chiamare questo un intervento di lotta all’erosione costiera ma solo intervento di stesura di sabbia su un litorale poco protetto dove, presumibilmente, resterà solo fino alla prossima mareggiata“.
“Più che lotta all’erosione costiera ci sembra sostegno alla stagione balneare dei titolari delle concessioni – conclude l’associazione -. Ci risulta che questa sia stata una pratica adottata sulla costa toscana anche in anni pre-pandemia e con somme ben più rilevanti. Ci saremmo aspettati che i nostri amministratori locali avessero difeso gli interessi pubblici chiedendo ad esempio alla Regione di privilegiare interventi di manutenzione delle spiagge in ghiaia, opere cioè in difesa dall’erosione, per la protezione dell’abitato e che d’estate permettono anche la fruizione libera del mare a tanti cittadini”.
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