Certe notizie hanno scarsa risonanza. Se volete saperne di più su cambiamento climatico e dintorni vi segnalo un sito, ma date una rinfrescata al vostro inglese.
di Sandro Angiolini
Questa settimana non intendo incentrare il mio blog su una singola notizia di forte rilevanza ambientale (anche se proseguendo nella lettura ne troverete comunque una), ma segnalarvi un sito su cui troverete molti interessanti articoli sul cambiamento climatico e dintorni: www.economist.com/climate-change.
Sì, ha il limite di essere solo in Inglese, ma la sostanza (e la forma, per coloro che ancora ci tengono) è ottima, ve lo assicuro. Leggo The Economist da circa 35 anni e credo che sia la rivista più utile e stimolante al mondo. La sezione dedicata ai temi ambientali non sfugge a questa regola, per cui vi consiglio fortemente di avventurarvici, magari dopo aver fatto un ripasso della lingua anglo-sassone.
Lo spunto per segnalarla mi viene da un articolo che collega sostenibilità sociale e ambientale: una ricerca che ha analizzato 116 Paesi comprendenti l’87% della popolazione mondiale ha concluso che l’1% di essi è responsabile del 47% circa delle emissioni nocive per il clima. In termini di emissioni pro-capite il record va agli Stati Uniti. In soldoni: se la popolazione di quel Paese adottasse stili di vita più sostenibili fornirebbe un contributo determinante a risolvere la lotta al cambiamento climatico. E consentirebbe di “sopportare” più che a sufficienza il possibile e desiderabile miglioramento del tenore di vita dei popoli meno sviluppati.
Sul fatto che tutto questo fosse in buona parte intuibile non ho dubbi; sul perché non se ne parli abbastanza invece ne ho. Mi spiego meglio: di fatto, a livello globale, stiamo finanziando un modello di produzione e soprattutto di consumo caratterizzato da inefficienze tecniche, sprechi di risorse, estreme disuguaglianze sociali e tendenze speculative. Il bello è che questo modello “vende” apparentemente più di tutti gli altri: i media sono pieni di storie di migranti che vedono nell’America il paradiso in terra. Avendo io dei cari amici lì non posso e non voglio parlarne troppo male, ma parlando con loro è per me impressionante apprendere che lì il consumismo non è un optional, ma quasi una religione.
Spero che leggendo le notizie che compaiono sul sito che vi ho segnalato prima qualcuno ci ripensi.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
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