Da un progetto degli ‘Elii’ e di Legambiente, “La Natura insegna” è la prima canzone compostabile della musica leggera italiana. Per raccontare con suoni e parole come funziona l’economia circolare.
PORTO AZZURRO, Isola d’Elba (Li) – Tutto nasce dall’incontro tra Legambiente e gli “Elii” (Elio e le Storie Tese) e dalla decisione comune di dare vita alla prima canzone compostabile nella storia della musica leggera italiana. Cosa significa? «Semplice! – spiegano a Legambiente – Che questa canzone, anziché finire, ne ha fatto nascere molte altre che stiamo pubblicando. La canzone circolare è un brano scritto per essere continuato da un altro musicista e diventare così una nuova canzone. La Canzone Circolare #1 vuole raccontare in musica come funziona l’economia circolare, il modello di sviluppo alternativo a quello lineare basato su una crescita illimitata ed esponenziale che non si pone minimamente il problema dell’equilibrio ambientale e sociale. Abbiamo chiesto agli Elii, prossimi allo scioglimento, di farci dono di un’ultima canzone che servisse a raccontare il senso di qualcosa che pur avendo completato il proprio ciclo di vita non finisca, perché pensata per essere rimessa in circolo, per produrre nuove soluzioni, nuova energia, nuova linfa vitale. Aiutateci a dare gambe e slancio a questa idea».
Un invito che è stato accolto dai detenuti della Casa di Reclusione “Pasquale De Santis” di Porto Azzurro (Isola d’Elba), che fanno parte del gruppo di Legambiente Circolo Arcipelago Toscano interno al carcere. Il progetto della “Canzone Circolare” si è inserito molto bene nelle attività di sensibilizzazione ambientale che, grazie a una convenzione tra Cigno Verde e istituto di pena, vengono svolte da più di tre anni sia dentro che fuori dal carcere. Durante gli incontri mensili i detenuti hanno lavorato molto sul tema dei rifiuti e della raccolta differenziata e hanno partecipato spesso alle iniziative locali di pulizia ambientale come Puliamo il Mondo, la Giornata Mondiale delle Zone Umide, Vele Spiegate.
“L’ambiente carcerario – spiega Federica Andreucci di Legambiente Arcipelago Toscano – per necessità predispone per così dire “naturalmente” al riciclo e al riuso dei materiali e gli internati sono sempre alla ricerca di sistemi originali e più funzionali per ricavare oggetti di uso quotidiano a partire dai rifiuti: gli spazzolini da denti usati, spezzati e sistemati al muro, servono da ganci per i coperchi; i lacci da scarpe uniti insieme sono fili per stendere i panni; i fondi del caffè vengono utilizzati nell’orto come concime; dalle bottiglie di plastica si ricavano comodi porta-bicchieri, a volte anche abbelliti magistralmente con un po’ di colla e stuzzicadenti; e così via».
Quando è stato presentato loro il progetto de “La Canzone Circolare” alcuni detenuti hanno risposto subito con entusiasmo e, nel giro di poco tempo, si è formato un gruppo molto ben assortito, composto da persone con differenti qualità e competenze. Alcuni hanno lavorato sul testo, altri l’hanno musicato, altri hanno pensato alle riprese del video e altri ancora al testo di presentazione. Aiutati, tra gli altri, da Fabrizio Papetti, l’insegnante di musica che opera nella Casa di Reclusione , e Davide Palmieri, che ha montato il video finale in tempi da record. Il risultato è il brano “La Natura insegna”, che vuole essere un invito a risolvere una delle questioni più visibili e urgenti della crisi ambientale: quella dei rifiuti, prendendo esempio dalla Natura, che si esprime con processi di circolarità invece che lineari.
I detenuti musicisti e cantanti (Gianfranco, Santino, Mohamed, Adam, Ivo, Vincenzo, William, Aldo, Luciano, Alì, Lofti, Noureddine, Saverio, Andrea, Giuseppe e Maatallah) vogliono lanciare un messaggio a tutti: «Abbiamo deciso di aderire al progetto della “Canzone Circolare” perché pensiamo che il tema dell’ambiente sia molto importante, per il nostro presente, ma soprattutto per il nostro futuro. Siamo invasi dai rifiuti, soprattutto dalla plastica, che ormai fa parte della nostra vita quotidiana: la troviamo nelle strade asfaltate, nei terreni; ma quello che è più grave è che si trova nei nostri mari, che sono quanto di più bello esista sul pianeta. Questo è un appello non solo per noi internati della Casa di Reclusione di Porto Azzurro, ma per tutta l’umanità».
Fonte: Legambiente Arcipelago Toscano
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