Il sindaco: “E’ stato il primo passo verso la conversione ecologica del territorio. Una strategia condivisa con i cittadini fatta soprattutto di azioni positive”.
Per gentile concessione di ARPAT pubblichiamo un estratto dell’intervista al sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti.
CARMIGNANO (Po) – Qualche settimana fa è stato reso pubblico il report predisposto da ARPAT, Dipartimento di Pistoia, “Andamento della contaminazione da fitofarmaci nel territorio di Pistoia“, dove si denuncia una situazione molto critica che vede tra le cause principali il grande uso di diserbanti contenenti glifosato nel settore floro-vivaistico.
Il report prende in considerazione anche il territorio di Carmignano e di Poggio a Caiano, nella provincia di Prato.
Il comune di Carmignano, a questo proposito, ha fatto una precisa scelta, aderendo alla Rete delle Città libere dai pesticidi e vietando l’uso del glifosato sul suo territorio.
Per questo abbiamo rivolto alcune domande al sindaco, Edoardo Prestanti.
Alla fine del 2018 Carmignano ha aderito alla “Rete delle città libere dai pesticidi”. Quale motivazione sta alla base di questa scelta e quali obiettivi si è posta l’amministrazione?
Abbiamo avviato un percorso per costruire un’alleanza fra i protagonisti dello sviluppo locale, agricoltori, associazioni, amministratori e cittadini, un Patto per lo sviluppo sostenibile (Bio-Distretto). In un’epoca globale è fondamentale riappropriarsi di quella “democrazia dei beni comuni” che parte dal basso, con processi di inclusione sociale e condivisione di pratiche.
Il Montalbano – l’ambito territoriale ottimale nel quale si inserisce Carmignano – rappresenta un territorio in transizione, da un’agricoltura intensiva e chimica verso una gestione multifunzionale del territorio che partendo dall’agricoltura biologica prosegue nel recupero della campagna giardino, di un turismo sostenibile e di una gestione pubblica incentrata sulla crescita volumi zero e la rigenerazione urbana. In questa prospettiva l’adesione alla Rete delle città libere dai pesticidi e l’ordinanza di divieto totale di utilizzo dell’erbicida / fitofarmaco più utilizzato in agricoltura ha rappresentato il primo passo verso la conversione sostenibile.
Nel nostro Paese la normativa vieta l’uso del glifosato nelle aree pubbliche ma non in quelle agricole ed extra-agricole. Carmignano, invece, ha fatto una scelta diversa, più coraggiosa, ce ne vuole parlare?
Quello di Carmignano è un territorio aperto costituito per i 2/3 da boschi e campi coltivati; un divieto limitato solo agli spazi pubblici sarebbe stato un atto prettamente simbolico, ma privo di efficacia nella conversione sostenibile del territorio e debole nella salvaguardia reale dell’ambiente e della salute.
Che tipo di comunicazione è stata fatta ai cittadini su questo tema e come hanno risposto?
Il primo passo dello stop al glifosato è stato un percorso di informazione e condivisione attraverso un’assemblea pubblica con tutti gli agricoltori, aziende agricole e associazioni, da dove è nata l’idea condivisa di attivare un percorso di conversione ecologica del territorio, una strategia comune fatta di azioni positive e non solo di divieti. Nasce così il progetto Carmignano 2020 con il coinvolgimento attivo della Proloco, dell’associazione Bio-distretto del Montalbano e della Strada dei Vini e dei Sapori. Abbiamo stipulato un protocollo di intesa per attivare un percorso di collaborazione fatto di aiuto agli agricoltori, approfondimento, studio e ricerca. Con l’obiettivo di fornire, in modo accessibile a tutti, gli strumenti materiali e concettuali utili per la transizione verso una comunità consapevole, favorendo la conversione biologica della superficie agricola, la promozione di buone pratiche nella gestione dei rifiuti e nella cura del verde e del decoro urbano, ma anche la difesa dei beni comuni, dall’acqua pubblica alla partecipazione dei cittadini.
Chi controlla il rispetto dell’ordinanza che vieta il glifosato?
E’ un compito affidato al corpo dei vigili urbani. Ma è altrettanto importante la risposta data dai cittadini. Infatti, come ha dimostrato lo studio/monitoraggio condotto su tutto il nostro territorio nell’ambito del progetto Glifobee, la presenza di glifosato è stata azzerata.
Quali alternative ai fitofarmaci vengono usate nel territorio di Carmignano? E con quali vantaggi?
In questo processo di transizione ecologica il ruolo del pubblico come promotore e come esempio dev’essere centrale, per questo motivo abbiamo adottato un “Regolamento comunale per la gestione del verde pubblico e privato e per la sostenibilità ambientale” che prevede una gestione totalmente biologica del verde pubblico, arredi urbani e giochi in materiale ecocompatibile e materiali riciclati.
Gli interventi di disinfestazione per zanzare e topi sono completamente biologici, siamo il primo Comune della Toscana a usare prodotti repellenti a base di una miscela di rosmarino e aglio, abbiamo promosso incontri di frazione per la distribuzione di kit informativi e prodotti biologici “Aquatain” (gratuiti) per tutta la cittadinanza. Abbiamo previsto di acquistare una dotazione di mezzi come il pirodiserbo e prodotti ecologici come il Finalsan per la gestione del verde pubblico.
Infine va segnalato che l’attenzione mostrata dal comune di Carmignano su questo tema sembra iniziare a coinvolgere anche i territori limitrofi; in questi giorni il “Bio-Distretto del Montalbano” ha richiesto ai 10 Comuni del Montalbano (Carmignano, Quarrata, Poggio a Caiano, Monsummano, Serravalle Pistoiese, Capraia e Limite, Cerreto Guidi, Larciano, Lamporecchio e Vinci) di adottare specifici regolamenti che limitino o vietino l’uso dei fitofarmaci.
Fonte: ARPAT
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