Lo conferma il sesto Rapporto del Circular Economy Network. Per il riciclo dei rifiuti di imballaggio sfioriamo il 72%, 8 punti in più della media europea.
Redazione
7 settembre 2024
L’Italia è leader in Europa per l’aconomia circolare: siamo primi in classifica per tasso di riciclo dei rifiuti e secondi solo alla Francia nell’utilizzo circolare di materia. È quanto risulta dal sesto Rapporto sull’economia circolare in Italia curato dal Circular Economy Network in collaborazione con Enea. Il report annuale fotografa lo “stato dell’arte” dell’economia circolare in Italia.
Per la prima volta le performance di circolarità delle cinque maggiori economie dell’Unione Europea (Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna) sono state comparate usando gli indicatori della Commissione europea: produzione e consumo, gestione dei rifiuti, materie prime seconde, competitività e innovazione, sostenibilità ecologica e resilienza. Anche con questa nuova metodologia si conferma il primato dell’Italia (45 punti) in termini di economia circolare, seguita da Germania (38), Francia (30) Polonia e Spagna (26).
Siamo primi in classifica per il tasso di riciclo dei rifiuti. Nello specifico, nel 2021 abbiamo un tasso di riciclo dei rifiuti di imballaggio del 71,7%, 8% in più della media UE27 (64%). Inoltre, il riciclo dei rifiuti urbani in Italia è cresciuto del 3,4% tra il 2017 e il 2022, raggiungendo il 49,2%. La media UE è del 48,6%, la Germania “vince” con il 69,1%. Nel 2022, inoltre, la produttività delle risorse in Italia ha generato, per ogni chilo di risorse consumate, 3,7 euro di PIL, +2,7% rispetto al 2018. La media UE, nel 2022, è 2,5 euro/kg.
Per ciò che concerne il tasso di utilizzo circolare di materia, cioè il rapporto tra l’uso di materie prime seconde generate con il riciclo e il consumo complessivo di materiali, l’Italia conferma la sua posizione nel 2022, con un valore pari al 18,7%.
Allora va tutto bene? Non proprio. Ad esempio il consumo dei materiali in Italia nel 2022 è stato di 12,8 tonnellate/abitante, minore della media europea (14,9 t/ab) ma in crescita (+8,5%) rispetto alle 11,8 t/ab del 2018. Ancora, sempre nel 2022, la dipendenza dalle importazioni di materiali dell’Italia (46,8%) è più del doppio della media europea (22,4%) anche se in calo (-3,8%) rispetto al 2018.
Tra i focus di quest’anno le piccole e medie imprese. Con un’indagine realizzata tra dicembre 2023 e gennaio 2024, in collaborazione con CNA, è stato chiesto a 800 piccoli imprenditori cosa pensano e soprattutto come agiscono rispetto alle politiche green.
Il 65% del campione delle piccole imprese intervistate dichiara di mettere in atto pratiche di economia circolare: oltre il doppio rispetto a quanto rilevato nel 2021. Il 10% delle imprese ha intenzione di avvicinarsi all’economia circolare nel prossimo futuro. Gli interventi più frequenti riguardano l’uso di materiali riciclati (68,2%), la riduzione degli imballaggi (64%), una diversa progettazione dei prodotti per renderli durevoli e riciclabili (53,2%). Per il 61% delle imprese coinvolte nel sondaggio le misure di economia circolare generano benefici in termini di riduzione dei costi.
Dunque in fatto di economia circolare siamo bravi tuttavia possiamo migliorare ancora. “L’Italia può e deve fare di più per promuovere e migliorare la circolarità della nostra economia – ha commentato Edo Ronchi, presidente di Circular Economy Network – con misure a monte dell’uso dei prodotti per contrastare sprechi, consumismo e aumentare efficienza e risparmio di risorse nelle produzioni; nell’uso dei prodotti, promuovendo l’uso prolungato, il riutilizzo, la riparazione, l’uso condiviso; e a fine uso, potenziando e migliorando la qualità del riciclo e l’utilizzo delle materie prime seconde”.
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