Un impianto pilota, all’interno del progetto BIO2Energy, userà come materia prima i fanghi di depurazione e i rifiuti organici provenienti della raccolta domestica. La sperimentazione è partita a dicembre.
VIAREGGIO (LU) – Bioidrogeno, biometano, energia elettrica e fertilizzanti: tutti prodotti da un unico impianto usando come materia prima fanghi e rifiuti organici provenienti della raccolta domestica. In una sola parola Bio2Energy. È questo infatti il nome del progetto della Regione Toscana avviato nel 2016 ed entrato, da dicembre 2017, nella fase di sperimentazione preindustriale. Il luogo designato è il depuratore di Viareggio.
Bio2Energy ha, alla base, l’idea di aumentare la generazione di energia rinnovabile in Toscana attraverso la produzione di biocombustibili da rifiuti organici. Quello di Viareggio sarà il primo impianto di codigestione anaerobica in Toscana e il primo in cui sarà prodotto bioidrogeno in scala industriale.
Bio2Energy è finanziato con il contributo dell’accordo di programma MIUR–Regione Toscana DGRT 1208/2012, vede come capofila SEA Risorse spa e la partecipazione di altri cinque partner quali DIEF – Dipartimento di Ingegneria Industriale, PIN scrl, CNR/ICCOM, Cavalzani Inox srl e Alia Servizi Ambientali spa
Una volta a regime il codigestore permetterà di migliorare la gestione dei rifiuti, tagliando i consumi stessi del depuratore e producendo energia pulita e fertilizzanti “rinnovabili”. Il progetto richiederà due anni di lavori e un investimento di circa 3 milioni di euro.
L’obiettivo è creare un sistema efficiente e controllato, che garantisca molteplici benefici. Il macchinario produrrà, a partire a partire da fanghi e frazione organica dei rifiuti (FORSU), biogas e digestato. Dal primo si otterrà bioidrogeno, biometano ed elettricità da immettere in rete, mentre dal secondo – ricco di carbonio, azoto e altri nutrienti – un sostituto naturale dei fertilizzanti chimici convenzionali.
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