Specie rarissima nei nostri mari, è stata catturata accidentalmente da un pescatore. Adesso è affidata alle cure del Centro Recupero Tartarughe Marine di TartAmare.
di Gabriella Congedo
MARINA DI GROSSETO (Gr) – Solo 2 su 100 superano il primo anno di vita. 2000 km di migrazione, miglior nuotatrice tra tutte le specie, presenza rarissima in Italia e nel Mediterraneo e inserita tra le specie a forte rischio di estinzione. Si tratta della Chelonia mydas (Tartaruga verde), specie di tartaruga marina che predilige i mari caldi tropicali e sub-tropicali. Trovarla alle nostre latitudini è un evento eccezionale ma due giorni fa un esemplare di questa specie è arrivato al Centro Recupero Tartarughe Marine di TartAmare.
Nausica, così l’hanno battezzata gli operatori del Centro, è molto giovane ed è rimasta impigliata accidentalmente nella rete da posta di un pescatore che si è prodigato a prestarle soccorso.
Gli operatori, impegnati in questo periodo anche nel monitoraggio e assistenza dei nidi di tartaruga in giro per la Maremma, giurano di non averne mai incontrata una in diversi anni di attività di recupero se non spiaggiata, ormai morta e comunque, anche così, rarissime volte.
Nausica invece appare abbastanza vitale, è stata già sottoposta a visita medica da parte dei veterinari Andrea Guidoni e Lara Papini e a tutti gli accertamenti del caso. Se sta davvero bene, come tutto lascia sperare, presto potrà essere liberata in mare.
“Il ritrovamento di questo animale davanti alla costa maremmana, tra Principina e Marina di Grosseto – commentano gli operatori di Tartamare – è un fatto eccezionale e di grande rilievo dal punto di vista scientifico. Nausica è già diventata la mascotte del nostro gruppo, i suoi occhioni, il candore del suo piastrone le conferiscono una dolcezza e una gentilezza infinite, vederla nuotare nella grande vasca che la ospita dà soavità e un grande senso di pace e bellezza”.
Adesso l’augurio è che Nausica, da qualunque luogo sia arrivata, ritorni velocemente in forze per tornare nel suo ambiente naturale, il mare.
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