L’avevano trovata in acqua con una pinna incastrata in un sacco di plastica. È stata curata al Centro di Recupero dell’Acquario di Livorno.
di Iacopo Ricci
LIVORNO – Ieri mercoledì 22 settembre alle 15.30 è finalmente ritornata in mare la tartaruga Caretta caretta “Smeralda”. Così l’avevano chiamata i bambini della scuola di vela del Circolo nautico Livorno che il 9 luglio, durante una delle solite esercitazioni, l’avevano trovata in mare incastrata tra cordami e rifiuti (leggi qui l’articolo). Aveva un sacco di plastica attorcigliato alla pinna anteriore e non riusciva più a immergersi, e se nessuno fosse intervenuto a salvarla sarebbe certamente morta.
Durante questi mesi la giovane tartaruga è stata curata e riabilitata al Centro di Recupero dell’Acquario di Livorno. Il rilascio era programmato per lunedì 20 settembre, in concomitanza con il convegno sull’inquinamento da plastica presso l’Acquario, ma le cattive condizioni meteo avevano consigliato di rimandare.
L’operazione di rilascio è partita dal molo del Circolo Arci pesca “Nazario Sauro” a bordo di una motovedetta della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Livorno che ha lavorato in collaborazione con ARPAT.
Le cure dopo il salvataggio
Quando è arrivata al Centro di Recupero e riabilitazione la tartaruga aveva un edema da compressione della pinna anteriore e varie lacerazioni dei tessuti molli dovuti al sacco di plastica nel quale era rimasta impigliata. In un primo momento si temeva di doverle amputare la pinna ma per fortuna il percorso di recupero è andato bene tanto che Smeralda, grazie alle cure dei veterinari, è cresciuta sia di peso che in lunghezza. Qualche giorno fa lo staff che l’ha seguita e accudita per più di due mesi ha valutato che era ormai in grado di farcela da sola.
E così ieri pomeriggio, in una splendida giornata di sole, Smeralda è stata liberata nello specchio d’acqua davanti all’area marina protetta delle Secche delle Meloria. L’onore di immergerla delicatamente in acqua è toccato a Giovanni Raimondi, referente didattico scientifico dell’Acquario di Livorno. E i bambini della scuola di vela che l’hanno salvata? C’erano anche loro, naturalmente. A bordo di altre due imbarcazioni, dopo essere stati protagonisti della sua salvezza lo sono stati della sua liberazione.
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