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Droni in azione contro le piante aliene nel Parco di San Rossore

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La Yucca gloriosa vista dal drone (foto Università di Pisa)

Sperimentazione dell’Università di Pisa per monitorare la Yucca gloriosa che rischia di soppiantare le specie autoctone come il ginepro coccolone.

 

Redazione
10 gennaio 2022

PISA – Negli ultimi anni le piante aliene hanno preso d’assalto gli habitat naturali, spesso diventandone padrone assolute: una di queste è la Yucca gloriosa, originaria del Nord America, che sta minacciando gli ecosistemi costieri del Mediterraneo. Come fare a monitorarla e tenerla sotto controllo? La soluzione sta nell’impiego dei droni.

La conclusione arriva da uno studio sperimentale del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa appena pubblicato sulla rivista Regional Studies in Marine Science. La ricerca è stata condotta nel 2020 all’interno del Parco Regionale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, un’area protetta di circa 230 km2 situata nel nord della Toscana, che ospita uno dei sistemi dunali costieri meglio conservati del litorale italiano.

“Abbiamo usato il drone per quantificare la presenza di Yucca gloriosa nella Riserva della Bufalina – spiega la biologa Daniela Ciccarelli dell’Università di Pisa – con i tradizionali metodi di campionamento a terra ci vogliono molto più tempo, persone e soldi. Grazie ai droni invece possiamo scattare immagini ad alta risoluzione con un livello di precisione sotto il centimetro che poi analizziamo con dei software molto semplici, un passo avanti notevole anche rispetto alle ricognizioni aeree dove il livello di dettaglio delle immagini va dai 50 cm al metro”.

Il drone si è rivelato uno strumento ideale anche per le caratteristiche morfologiche di Yucca gloriosa, soprattutto a livello fogliare, che la rendono particolarmente riconoscibile. La vegetazione delle dune costiere è infatti un mosaico di diverse comunità vegetali difficile da identificare e valutare. La sperimentazione ha previsto una decina di voli effettuati a un’altitudine di 35 metri sul livello del mare tra le 11 e le 13, per ridurre al minimo le ombre. Si è visto che il periodo migliore per il monitoraggio è la primavera, quando i raggi solari sono più perpendicolari.

“La lotta contro la Yucca del Parco è una lotta antica e a metà anni Duemila era stato attivato un progetto europeo per combatterla – dice Ciccarelli – Questa pianta, che ruba spazio al ginepro coccolone, la specie spontanea autoctona, ricresce anche da piccoli frammenti di rizoma, cioè di fusti sotterranei”.

“La nostra ricognizione – conclude Ciccarelli – ha rivelato la presenza di circa 1800-2200 cespi di Yucca gloriosa corrispondenti a meno dell’1 per cento dell’area studiata, non molto apparentemente, anche se in realtà l’aspetto critico da tenere sotto controllo è la dimensione di questi agglomerati, compito che i droni svolgono in maniera del tutto efficace”.

Fonte: Università di Pisa

Ricercatori sul campo
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