Un lungo percorso riabilitativo, l’impegno di biologi, volontari e istituzioni. La tartaruga Olà vedrà di nuovo il mare aperto venerdì 26 maggio quando sarà liberata in mare dalla spiaggia di Marina di Alberese.
MARINA DI ALBERESE (GR) – Si chiama Olà, o meglio questo è il nome che le hanno dato gli uomini, ed è una tartaruga marina che vedrà di nuovo il mare aperto venerdì 26 maggio dopo un lungo percorso di riabilitazione.
Al termine dell’evento “Spiagge e fondali puliti”, manifestazione nazionale di Legambiente, la spiaggia ripulita di Marina di Alberese accoglierà a fine mattinata la liberazione in mare della tartaruga alla presenza degli operatori del Parco Regionale della Maremma, della veterinaria Chiara Caruso che l’ha avuta in cura presso il Centro Recupero Tartarughe Marine di Talamone, il biologo dell’Acquario di Livorno Thomas Magliocco, ARPAT e Osservatorio Toscano per la biodiversità.
La tartaruga, una Caretta caretta, era arrivata al Centro Recupero Tartarughe Marine di Grosseto (Club Subacqueo Grossetano) il 19 novembre 2015 in seguito a una richiesta di intervento della Capitaneria di Porto di Marina di Grosseto.
L’esemplare era stato segnalato da un passante che l’aveva trovato immobile e stremato sulla battigia. Gli operatori si sono subito accorti della gravità delle sue condizioni, confermata anche dai primi esami ematologici e radiologici. La tartaruga era denutrita e disidratata ed è apparso subito chiaro, una volta messa in vasca, che la mobilità della parte posteriore del suo corpo era ridotta. A completare il quadro due fatti anomali e di difficile interpretazione: delle lettere, incise presumibilmente con un oggetto appuntito, incise sul carapace e un restringimento, quasi un’intaccatura, della zona ventrale, come se la tartaruga fosse cresciuta dentro una sorta di “legaccio” molto stretto.
Dopo un mese di cure la tartaruga, che ormai era in grado di alimentarsi autonomamente, è stata spostata in un’altra vasca; purtroppo l’animale ha mostrato difficoltà a mantenere il corretto assetto nel nuoto e a bilanciarsi.
E così, nel luglio 2016, Ola’ è stata affidata al Centro Recupero tartarughe marine di Talamone, gestito dal Parco Regionale della Maremma dopo che l’analogo centro di Grosseto era stato chiuso e costretto a sospendere temporaneamente l’attività.
Olà continuava a soffrire di una parziale paralisi delle pinne posteriori: non era ancora in grado di tornare in mare aperto e aveva bisogno di essere rieducata gradualmente.
Nel novembre 2016 si è ritenuto opportuno trasferirla all’Acquario di Livorno, dove c’è una grande vasca adatta a questo scopo. Qui la tartaruga è stata tenuta sotto la costante osservazione dei biologi. Non appena le sue condizioni sono migliorate, e dopo le opportune terapie, si è provveduto a spostarla in una vasca più grande dove nuotavano altre specie. Qui Olà ha trascorso un mese e mezzo, durante il quale è stata addestrata a cercare in autonomia il cibo che le veniva somministrato.
Alla fine l’esemplare ha recuperato 8 kg di peso e ha ripreso a nuotare e a comportarsi in maniera naturale, così da essere pronta, dopo un anno e mezzo, per ritornare in mare aperto.
Fonte: ARPAT
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