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Dopo molti anni le vacche maremmane tornano con i butteri nel Padule di Scarlino

vacche maremmane
Foto Regione Toscana

Dieci capi, tra cui un toro, potranno vivere allo stato brado, liberi di pascolare e riprodursi. Un progetto finanziato dalla Regione Toscana.

 

Redazione

butteriSCARLINO (Gr) – Sono il simbolo stesso della Maremma, legate a doppio filo agli uomini che di loro conoscono tutto. Dopo decenni le vacche maremmane sono tornate con i butteri nel Padule di Scarlino. Dieci capi, tra cui un toro, potranno così vivere allo stato brado, liberi di pascolare e riprodursi. A festeggiarle sabato 22 maggio, Giornata mondiale della biodiversità, c’erano i rappresentanti degli enti coinvolti, tra i quali l’assessore regionale all’Agroalimentare Stefania Saccardi.

Questo grande ritorno rientra in un progetto di riqualificazione presentato da Bandite di Scarlino – azienda agricolo-forestale regionale – per il Gruppo di azione locale Far Maremma. La Regione Toscana l’ha finanziato con 110.000 euro, impiegati per riparare i danni causati dalla piena del 2014 e per altri interventi migliorativi, come appunto l’immissione delle vacche maremmane nell’oasi faunistica, grazie alla collaborazione con l’allevatore Renzo Fedi che ha messo a disposizione il bestiame.

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Butteri – Foto Comune di Scarlino

Ma riportare le vacche maremmane in queste zone paludose della Toscana più profonda non significa solo aprire una finestra sul passato. Il pascolo libero è fondamentale anche per mantenere l’equibrio naturale, come spiega Patrizio Biagini delle Bandite di Scarlino:

«Fino a qualche decennio fa il Padule era pascolato dal bestiame allo stato brado; poi con l’arrivo dell’industria nelle vicinanze e la vendita dei terreni agrari della fattoria del Casone l’attività ha cessato di esistere. Dal 1990 il Padule è diventato un’Oasi di protezione faunistica ed è quindi stata vietata anche ogni attività legata alla caccia: di conseguenza l’area si è inselvatichita e la cannuccia ha iniziato la sua colonizzazione a discapito di altri vegetali, danneggiandone la biodiversità. Il pascolo allo stato brado è il sistema migliore per tutelare questo tipo di ambienti, sia dal punto di vista ecologico che economico. La vacca maremmana è l’animale più adatto a sopportare le condizioni difficili della zona paludosa ed è quello che dà maggiori garanzie per la buona riuscita del progetto».

Nella giornata di sabato è stata inaugurata anche la passerella finalmente ricostruita: lunga circa un chilometro, è un  percorso rialzato che attraversa la zona paludosa del Puntone e permette di attraversarla anche quando il terreno è allagato dando accesso a due capanni di legno per l’osservazione della fauna. Un’opportunità in più per chi vorrà godere la bellezza di questa terra antica e ricca di fascino.

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