A Peccioli tre giorni intensi con importanti novità per il settore. E sotto i gazebo una meraviglia di biodiversità di semi e piante.
di Rosario Floriddia
PECCIOLI (Pi) – Da l’11 al 13 giugno si è svolto nell’azienda agricola Floriddia l’incontro annuale di Rete Semi Rurali sul tema della biodiversità e su come essa si innesta nei territori e nelle proprie comunità. Erano passati due anni esatti dall’ultimo incontro del giugno 2019. E dal 2010 ogni volta è stata una festa.
Quest’ultimo incontro ha dato veramente forti emozioni, anche se chi partecipava a una giornata non poteva farlo per quella seguente. Questo per permettere la presenza di più persone possibili, circa 200, senza creare assembramenti. Infatti i presenti alla propria giornata erano divisi in 5 gruppi che a rotazione seguivano ben 5 laboratori, di cui 3 in mezzo ai parcellari sotto appositi gazebo montati per l’occasione.
I parcellari… più di 200 parcelle dedicate alle mono varietà e una sessantina ospitanti miscugli e popolazioni. Una meraviglia di biodiversità di semi e di piante. Per esperienza posso dire che questa meraviglia non è solo bellezza ma anche sicurezza: sei tranquillo che i raccolti che provengono da quella ricerca sono cibo sano e in piccola parte buon seme. Un seme che di anno in anno potrai ritrovare semplicemente curando e selezionando una piccola parte delle trebbiature. Quel seme sarà sempre più adatto al tuo suolo e al relativo areale.
In poche parole l’agricoltore preparato e parco diventa padrone del seme. Per sempre.
La Rete Semi Rurali, grazie anche alla collaborazione attiva e generosa di genetisti italiani e non, ha contribuito non poco a che nel nuovo regolamento sul biologico sia permessa, da gennaio 2022 e solo nell’agricoltura dove si adotta il metodo biologico e biodinamico, la semina di materiale eterogeneo (in pratica miscugli e popolazioni). È la prima volta che capita una cosa del genere: legalmente seme voleva dire, a parte l’aver superato le indiscusse prove fitosanitarie, un qualcosa di uniforme e omogeneo.
Nell’ultimo numero di Terra Nuova potete trovare un terzo di pagina, ben dettagliato, dedicato a questa “prima volta”.
Tornando ai laboratori, uno era dedicato ai modi di fare pane con farine da popolazioni di grani teneri seminati in vari areali della Toscana: Mugello e Amiata per la montagna, Costa etrusca e Maremma-costa per il mare e Maremma-interna, colline pisane e senesi per la collina. Questo grazie anche a Cereali resilienti, un progetto finanziato dal PSR e Regione Toscana.
Sempre dedicato alle farine di popolazione seguiva un altro laboratorio per panel test di pane e prodotti da pasticceria. Negli spazi liberi si sono svolte visite al mulino e al pastificio dell’azienda.
Il prossimo anno a giugno spero tanto che si possa fare una bella festa in tanti. Intanto una buona estate.
Rosario Floriddia conduce insieme al fratello Giovanni l’azienda agricola Floriddia, convertita al biologico nel 1987. Rosario fa parte attiva della Rete Semi Rurali e del Coordinamento toscano produttori biologici. Si occupa della selezione dei cereali di vecchie varietà e della loro coltivazione in campo collaborando strettamente con Stefano Benedettelli, genetista dell’Università di Firenze, e Giovanni Cerretelli, agronomo e storico propugnatore del metodo della coltivazione biologica in Toscana. L’azienda sorge sulle colline pisane della Valdera, tra Peccioli e Villamagna di Volterra, su 300 ettari di terreno.
Informazioni: ilmulinoapietra.com
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