Allestire un pranzo gratuito e aperto a tutti cucinando con gli scarti. È il progetto culinario – musicale sbarcato un paio d’anni fa anche a Firenze.
di Gabriella Congedo
Mettere in piazza lo spreco alimentare. Ieri a Carmignano e Pontassieve, oggi a Firenze, domani a Molin del Piano e poi chissà. La piazza cambia ma l’obbiettivo è lo stesso: far vedere e toccare con mano quanto cibo viene buttato ogni giorno. E che cosa, invece, se ne può tirare fuori. È la Disco Soupe, la “zuppa contro lo spreco”, l’evento che da un paio d’anni sta circolando con successo per le piazze di Firenze e dintorni. A organizzarlo sono le associazioni SenzaSpreco (Firenze) e dis.forme (Pontassieve) che si ispirano all’omonimo movimento internazionale.
Ma di cosa si tratta esattamente? La Disco Soupe è un pranzo gratuito e aperto a tutti cucinato collettivamente con alimenti “di recupero”, per lo più frutta, verdura e pane regalati dagli esercenti della zona. L’invenduto di fine giornata insomma, quello ancora buono da mangiare ma destinato a essere buttato via perché un po’ ammaccato e non più perfetto per la vendita. Il giorno dopo, in base a quello che si è raccolto, si sceglie tutti insieme il menù e si allestisce il pranzo. Il tutto a suon di musica, spesso suonata dal vivo. E così l’evento, oltre che momento di riflessione sulle storture dell’economia globale, è anche una grande festa.
La gente di solito rimane stupita dalla quantità di cibo che si riesce a raccogliere. Perché un conto è sapere che un terzo di quello che si produce nel mondo va sprecato, e magari l’indomani non pensarci più; un altro conto è vederselo davanti, ordinatamente disposto in cassette, il peso totale scritto su un cartello in bella evidenza. Un altro ancora prepararci un pranzo e mettere a tavola 150 o 200 persone. Questo è un evento concreto che mette lo spreco in piazza, tutti possono vederlo con i propri occhi.
La Disco Soupe, dicevamo, è un format globale, ma qui viene declinato ‘in salsa toscana’. “Lo interpretiamo a modo nostro – spiega Giulia Lombardo di SenzaSpreco – Curiamo molto il lavoro di gruppo e cerchiamo di valorizzare il contributo di tutti, non vogliamo calarlo dall’alto. Scegliamo insieme le ricette e prepariamo diversi piatti. La preparazione fa parte integrante del progetto”.
Dietro lo spreco alimentare non c’è soltanto del cibo che viene buttato al macero ma un intero sistema economico e sociale che non funziona. “Lavorare contro lo spreco alimentare significa lavorare per una società più giusta – commenta Edoardo Prestanti, sindaco di Carmignano, che ha ospitato una Disco Soupe a maggio – in cui non solo il cibo non viene sprecato ma si cambi il metodo di produzione agricola. Non più la produzione intensiva, lo sfruttamento sempre crescente di terra e di bestiame ma un modello radicalmente diverso di produzione e di distribuzione”.
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