Opinioni

Discarica fantasma di Palazzuolo sul Senio, stavolta non possiamo nasconderci

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L’enorme mole di rifiuti riaffiorata con il maltempo ci ricorda le possibili conseguenze nefaste di un metodo di gestione sbagliato.

 

di Marcello Bartoli
29 marzo 2025

PALAZZUOLO SUL SENIO (Fi)  Tra le brutte notizie dei giorni scorsi ha fatto molto scalpore il riaffioraramento di una discarica di rifiuti dal terreno franato lungo la strada del Passo della Sambuca, nel Comune di Palazzuolo sul Senio. Si tratta di sversamenti effettuati più di cinquant’anni fa nella valle del Rovigo, nel ’71 per l’esattezza, e finiti nel dimenticatoio. Sono le conseguenze tardive di un vecchio accordo tra il Comune di Palazzuolo e Asnu, allora municipalizzata fiorentina: soldi e mezzi in cambio di un’area dove poter sversare i rifiuti.

L’ex sindaco di Imola, Veraldo Vespignani, che contro la discarica avviò una battaglia parlamentare, parlò di 300 tonnellate al giorno nella sua interrogazione. Una mole enorme che all’epoca suscitò indignazione e mobilitazione degli abitanti di Palazzuolo e di Firenzuola. Alcuni rappresentanti delle istituzioni parlano, in questi giorni, di un’indagine amministrativa quantomai necessaria. Nel frattempo sono iniziate le indagini dei Carabinieri forestali, incaricati dalla Procura di Firenze di svolgere un’informativa sullo stato di salute dei corsi d’acqua coinvolti, sulla tipologia dei rifiuti e sull’iter che ha portato alla discarica cinquant’anni fa, quando la politica e la legislazione erano ancora prive di una certa sensibilità ambientale.

Facile fare i moralisti a distanza di mezzo secolo, penserà qualcuno, ma il caso fa venire in mente la locuzione figurata “uscire dalla porta e rientrare dalla finestra”. Al problema fu trovata insomma una soluzione sbagliata, plausibile forse per le conoscenze di allora, che ha rivelato i suoi effetti deleteri solo molti anni dopo, almeno in questo caso. Ma ancora più sconfortante è constatare che le discariche non sono un metodo di gestione dei rifiuti ormai superato. Siamo infatti ben lontani da una gestione circolare e ancora troppo radicati a un modello lineare.

Secondo il Rapporto Ispra Rifiuti Urbani 2024 il valore di smaltimento in discarica pro capite più elevato si registra in Molise con 252 kg/abitante, seguono la Valle d’Aosta con 231 kg/abitante e la Toscana con 225 kg/abitante (le quote di rifiuti urbani provenienti da fuori regione corrispondono a 167 mila tonnellate mentre quelle esportate fuori regione corrispondono a 736 tonnellate). Il pro capite da “bilancio” risulta, quindi, pari a 179 kg/abitante. Per i rifiuti urbani biodegradabili smaltiti in discarica la Toscana è tra le regioni più lontane dall’obiettivo europeo con 135 kg/abitante.

La regione sembra dunque ancora lontana dai target europei sull’economia circolare che prevedono di portare il riciclo effettivo dei rifiuti urbani al 65% entro il 2035. Bisogna considerare infatti che una grande quota di rifiuti solidi urbani al momento non viene intercettata da filiere del riuso e circa il 20 % del 60 % di media raccolto con la differenziata finisce in discarica o negli inceneritori esistenti. Dobbiamo stare attenti, ciò che mettiamo sotto terra prima o poi torna alla luce.

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