Respinto il ricorso della Edison S.p.a. contro il Ministero dell’Ambiente che le aveva intimato un progetto di bonifica. Massa Carrara torna a sperare.
MASSA CARRARA – Risale a più di trent’anni fa il disastro della Farmoplant, l’ex Montedison-Diag che produceva fitofarmaci. Il 17 luglio 1988 un incendio sprigionò una nube tossica che si diffuse per 2000 km². Le zone più colpite furono Marina di Massa e Marina di Carrara e ancora oggi molti pozzi dell’area industriale risultano inquinati nonostante le azioni di bonifica.
E’ dei giorni scorsi l’importante sentenza del Tar della Toscana che ha respinto un ricorso proposto da Edison S.p.a. contro il Ministero dell’Ambiente, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (ARPAT). Il ricorso della Edison aveva come obiettivo l’annullamento della richiesta che il Ministero dell’Ambiente le aveva rivolto di presentare un progetto di bonifica delle acque di falda dell’intera area industriale ex Farmoplant.
Nel corso del contenzioso legale Arpat aveva sempre insistito sull’inadeguatezza e insufficienza delle attività intraprese negli anni dalla Edison e il Tar le ha dato ragione.
“La sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana rappresenta un risultato importante per il territorio di Massa – dichiara l’agenzia – attestando il costante impegno da parte di ARPAT. L’Agenzia ha assicurato infatti, negli anni, approfondite e complesse attività tecnico-analitiche a supporto delle amministrazioni titolari della competenza sulle procedure di bonifica (Regione Toscana e MATTM). La produzione di atti, note e perizie da parte di ARPAT, se da un lato costituiscono la prova dell’impegno dedicato, dall’altro rappresentano anche il presidio esercitato che ha permesso di gestire il contraddittorio con i consulenti della multinazionale Edison S.p.a.”.
“Hanno cambiato nome e identità e tentato di confondere e far sparire le tracce – è il commento di Sergio Chiriconi, presidente di Confartigianato Massa-Carrara -. Dopo 20 anni di attesa abbiamo finalmente la sentenza del Tar di Firenze che associa la pistola a un colpevole: Edison, erede di Farmoplant e Montedison. È colpevole, seppur forse corresponsabile insieme ad altri soggetti, dell’inquinamento della falda della zona industriale apuana. Su questa sentenza dobbiamo far convergere tutti gli sforzi delle istituzioni per iniziare le bonifiche e ottenere, finalmente, un vero risarcimento per il danno subito”.
Confartigianato chiede poi alla Regione di attivare subito la procedura amministrativa per individuare i responsabili della contaminazione perché “una sola sentenza del Tar non basta e sarà un atto che certamente provocherà ulteriori ricorsi. Al Ministero dell’Ambiente chiediamo invece se sia possibile avviare una causa civile contro Edison per ottenere i danni da disastro ambientale”.
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