Troppi i veti dalle Soprintendenze. Si chiede al ministro di “chiudere per sempre questa guerra insensata e suicida alle energie pulite”.
Ha raggiunto diecimila firme in dieci giorni la petizione lanciata su change.org “Franceschini ora basta, sblocca le rinnovabili!”. Lo annunciano i promotori, Cittadini per l’Italia Rinnovabile, un coordinamento nazionale nato da poco a cui aderiscono a titolo personale molte fra le figure più autorevoli dell’ecologismo italiano.
“Bello poter annunciare questo importante traguardo il giorno dello sciopero del clima – hanno dichiarato – Del resto, sappiamo che per fronteggiare l’emergenza climatica, come anche per uscire dalla dipendenza dal gas fossile e dalle tensioni geopolitiche e finanziarie ad essa legate a doppio filo, la ricetta è sempre quella: energie rinnovabili, energie rinnovabili, energie rinnovabili“.
Perché è stato chiamato in causa Dario Franceschini? E’ presto detto: la stragrande maggioranza dei progetti per nuovi impianti di energie rinnovabili sono fermi. La solita burocrazia italiana ma soprattutto, si legge nella petizione, “i veti anacronistici e incomprensibili delle Soprintendenze”. E quindi del ministero dei Beni Culturali, dal quale le Soprintendenze dipendono. Gli esempi non mancano neanche in Toscana. Si invoca la tutela del paesaggio e la si contrappone agli impianti eolici e fotovoltaici che, ovunque vengano proposti, per un motivo o per un altro non vanno mai bene.
L’Italia, spiegano i Cittadini per l’Italia Rinnovabile, dovrebbe installare perlomeno 10 GW all’anno nei prossimi dieci anni per rispettare gli impegni internazionali sul clima; invece siamo fermi, ormai dal 2013, a meno di 1 GW all’anno, meno di un decimo del necessario. E questo a causa di “un uso burocratico e strumentale del valore (assolutamente fondamentale) della tutela dei beni paesaggistici“.
“Per questo – concludono – è fondamentale che tanti cittadini e cittadine abbiano compreso il senso del nostro messaggio e si stiano unendo a noi per dire basta, sbloccate le rinnovabili, non usate più il paesaggio per fermarle“.
Per ribadire la richiesta il 22 aprile, Giorno della Terra, ci sarà una manifestazione davanti al ministero dei Beni Culturali a Roma. In quell’occasione le firme saranno consegnate direttamente al ministro Franceschini.
Qui il testo della petizione.
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