L’associazione contro lo stop al fotovoltaico a terra: “Il Governo spieghi come intende raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione senza aree agricole”.
Redazione
18 maggio 2024
Il Wwf lancia un accorato appello a tutte le forze politiche e a tutti i singoli parlamentari: l’articolo 5 del Decreto Agricoltura che blocca il fotovoltaico a terra va eliminato perché mette gravemente a rischio gli obiettivi di transizione energetica che il Governo stesso si è dato e ha sottoscritto a livello europeo e danneggia l’economia italiana e gli stessi agricoltori.
“La disposizione dell’articolo 5, se approvato – spiega l’associazione in una nota – rappresenterebbe un drammatico freno allo sviluppo delle rinnovabili in Italia e segnerebbe il clamoroso fallimento di tutte le politiche di pianificazione e razionalizzazione normativa per le rinnovabili, portando un danno anche agli stessi agricoltori”.
“L’articolo in questione – prosegue il Wwf – in un confuso e mal articolato groviglio di parole vieta di fatto l’installazione di impianti fotovoltaici a terra in aree agricole, persino in aree che precedentemente venivano qualificate come “aree idonee”, come quelle dei siti oggetto di bonifica. Le pochissime e mal articolate eccezioni contemplate non valgono sicuramente a giustificare il gravissimo pregiudizio che il decreto impone”.
Il Wwf ritiene invece che “fotovoltaico e agricoltura possono trovare equilibri vantaggiosi anche per gli stessi agricoltori, che con il Decreto Agricoltura si vedono definitivamente privati anche del diritto di poter scegliere cosa fare delle proprie terre, a vantaggio di chi gestisce come intermediario (remunerato) i proventi della PAC. Il divieto assoluto di realizzazione di impianti fotovoltaici a terra riduce, infatti, la possibilità delle aziende agricole di diversificare le proprie fonti di reddito”.
L’associazione ricorda che il Governo è chiamato ad approvare entro giugno 2024 il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima “dove si è già impegnato, nella prima versione condivisa con la Commissione europea, a semplificare l’iter autorizzativo per le rinnovabili e a quadruplicare entro il 2030 l’obiettivo di crescita della potenza FER derivante da fonte solare (79.921 MW al 2030, rispetto ai 21.650 MW installati nel 2020)”. Inoltre come ha evidenziato Elettricità Futura, la principale associazione del mondo elettrico italiano, “per raggiungere il target sottoscritto dall’Italia al G7 di triplicare le rinnovabili (installare nuovi 140 GW) servirebbe meno dell’1% dei terreni agricoli (evitando a ragione le aree agricole di pregio), ma senza aree agricole gli stessi obiettivi di decarbonizzazione vengono messi gravemente a rischio”.
Il Governo ha ora la responsabilità di spiegare come intenda raggiungere questi obiettivi senza ricorrere ai terreni agricoli, neppure dove si potrebbe e sarebbe vantaggioso per gli stessi agricoltori. “Viene il sospetto che in realtà si voglia lasciare spazio ai soliti combustibili fossili e ai biocarburanti non sostenibili, per non parlare delle inutili fantasie nucleari”.
In effetti i biocarburanti hanno dimostrato di essere non sostenibili.
Bisognerebbe fare una pianificazione energetica basata sui dati e non su principi astratti.