L’associazione ambientalista sul progetto di ripascimento con la sabbia dragata nel porto di Livorno: “Rimedio inutile e peggiore del male”.
di Iacopo Ricci
17 gennaio 2023
LIVORNO – A cantieri ormai avviati continua a far discutere Darsena Europa, l’ambizioso progetto che porterà al raddoppio del porto di Livorno. Si parla di dighe che avanzeranno in mare per oltre 3 chilometri, 2 grandi terminal, 2 milioni di metri quadrati di nuove aree e un nuovo ingresso portuale con fondali fino a – 20 metri. Obiettivo: consentire l’attracco di navi portacontainers di grandi dimensioni ritenute indispensabili per lo sviluppo del porto di Livorno. Il sogno: fare della città labronica con il suo scalo marittimo il fulcro dei traffici marittimi del Mediterraneo.
Il mondo ambientalista sta facendo sentire da tempo le sue riserve su questa grande opera. Si prospettano impatti negativi sulle aree marine protette confinanti: le Secche della Meloria con le sue praterie di Posidonia e il Santuario Pelagos dei mammiferi marini. Senza contare che un maggior traffico marittimo porterà con sé più fumi prodotti dalle navi. Inoltre – è notizia di questi giorni – altre 122 navi si aggiungeranno al traffico già presente intorno al rigassificatore OLT ormeggiato a poca distanza dal porto di Livorno, che diventerà una sorta di distributore galleggiante.
Una delle preoccupazioni maggiori riguarda i rischi di erosione della costa a cui si cerca di rispondere con la richiesta di “compensazioni”. Una proposta è ripascere le spiagge pisane con la sabbia dragata nel porto di Livorno attraverso un “sabbiodotto” di oltre 2 chilometri. “Un rimedio inefficace, se non peggiore del male – tuona Legambiente Pisa -. La sabbia, proveniente da fondali inquinati, non sarebbe adatta a una spiaggia pubblica. Non solo: darebbe un contributo instabile e provvisorio”.
Secondo l’associazione ambientalista l’opera avrebbe un pesante impatto ambientale già a partire dall’enorme quantità di materiali ed energia impiegata e provocherebbe un danno irreversibile che non può essere compensato. Legambiente Pisa e molti altri hanno chiesto da tempo studi approfonditi che diano un quadro oggettivo dei rischi ambientali ed economici. “La prossima Valutazione di Impatto Ambientale, prevista dalla legge, può esserne finalmente l’occasione – aggiunge Legambiente – ma è necessario che i sostenitori dell’opera (Autorità Portuale, Regione, Stato) forniscano risorse finanziarie adeguate a studi molto impegnativi. Non è responsabile avviare i lavori e progettare opere che buttano la sabbia (inquinata) negli occhi, oltre che sulla spiaggia”.
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