Grazie a nuove tecnologie queste pratiche si stanno diffondendo (e in Italia siamo tra i migliori) ma sono spesso ostacolate da diffidenza e scarsa informazione.
di Sandro Angiolini
14 luglio 2024
A me capita, ogni tanto, di insegnare per brevi periodi in corsi di formazione professionale per vari tipi di soggetti (come giovani in cerca di lavoro). Come potete intuire, spesso mi chiedono di aggiornarli sul rapporto tra economia e ambiente. Fino a qualche anno fa era di moda parlare di “economia verde”, e di solito non ci voleva molto a capire che con questo termine si intendevano processi produttivi più sostenibili, o attività che disinquinavano l’ambiente.
Ma da un po’ di tempo si parla sempre più spesso di “economia circolare” e qui casca l’asino, nel senso che il concetto non è di immediata né facile comprensione. Forse ci può aiutare a capirlo meglio una notizia che arriva dall’Australia, pubblicata questa settimana da un serio quotidiano inglese (leggi qui l’articolo).
A un giorno intero di volo da noi stanno infatti progredendo a salti di canguro nel riciclo dei materassi, di cui ne buttano via circa 2 milioni all’anno (in Europa si parla di oltre 30 milioni – in Italia di circa 5). Fino a pochi anni fa andavano a finire soprattutto in discarica, con costi che arrivavano anche a 40 euro l’uno tra raccolta-trasporto – movimentazione sul posto e così via. Ma da alcuni anni hanno sperimentato un macchinario (simile a un grande escavatore) che si “mangia” letteralmente i materassi, scomponendoli nelle diverse componenti, che così possono trovare la strada giusta per un riciclo in altri prodotti. Questo è quello che si può definire un esempio di economia circolare.
E ho scoperto che lo si fa anche in molti Paesi europei, dove la percentuale di materassi abbandonati in giro o spediti in discarica sta di conseguenza diminuendo. Non ho trovato sul web dati su quanti ne ricicliamo in Italia ma spero che macchinari del genere siano sempre più diffusi, con i vantaggi che potete facilmente intuire (compreso il trovarne ogni tanto abbandonati in giro).
Cosa ostacola di solito questo genere di pratiche legate all’economia circolare? Il pericolo pubblico numero 1 è l’ignoranza, in vari sensi: spesso non si sa che esiste già una soluzione affidabile per recuperare sostanze utili da determinati prodotti, o si crede che costi troppo. L’altro freno è il sospetto: la paura che queste macchine e/o impianti per il riciclaggio nascondano qualcosa di incredibilmente pericoloso, oppure che in realtà di ciò che si recupera sia effettivamente riciclato solo una parte.
Intendiamoci, in un Paese come l’Italia può succedere di tutto, ed è bene fare molta attenzione a come si impostano e si gestiscono certi processi; la piena trasparenza non è un optional.
Ma la realtà è che abbiamo bisogno di adottare più spesso pratiche di economia circolare, altrimenti per l’ambiente che tanto dichiariamo di amare nei sondaggi saranno tempi sempre più bui. Sapevate che si possono riciclare anche i mozziconi di sigaretta? Se ne possono ricavare pellet di plastica per formare altri prodotti. Dubito che lo sapesse il guidatore dell’auto che ieri mi precedeva e che li lanciava ogni 5 minuti dal finestrino in una notte di un’estate ormai molto secca.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
Vedi a questo link.
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