Secondo i dati Coldiretti Toscana nell’ultimo anno sono cresciute le aziende agricole guidate dai giovani. E molte sono nate durante la pandemia.
Redazione
9 Giugno 2022
Non è una questione di stipendio, anzi. La fuga di molti giovani che hanno deciso di dimettersi volontariamente da un posto di lavoro a tempo indeterminato o lasciato la libera professione – sulla lunga scia del fenomeno della Great Resignation che in Toscana ha interessato 136 mila lavoratori – porta dritto nelle campagne toscane dove molti hanno deciso di dedicarsi all’agricoltura e all’accoglienza rurale.
A dirlo è Coldiretti Toscana secondo cui le aziende agricole guidate dai giovani in tutta la regione sono oggi 2.780, lo 0,5% in più rispetto all’anno scorso (fonte Camera di Commercio di Firenze), un dato in controtendenza rispetto a tutto il comparto agricolo. Molte aziende sono nate durante la pandemia mentre altre si sono modificate e migliorate. Nate nelle difficoltà, hanno sviluppato la capacità di fronteggiare le avversità trasformandole addirittura, in alcuni casi, in opportunità. Sono poco meno di 25 mila invece gli operai agricoli con meno di 40 anni, il 43% del totale.
Le imprese giovani, spiega Coldiretti Toscana, hanno di fatto rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore impegnandosi in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.
“La vita in campagna tra orti, stalle, fattorie didattiche è diventata strada facendo l’obiettivo di molti giovani. Molte start-up agricole sono nate proprio in coincidenza con l’emergenza sanitaria e sono guidate da giovani laureati o comunque preparati, così come è forte il ricambio generazionale con figli e nipoti che si sono licenziati per rilevare le aziende di famiglia o hanno iniziato a collaborare come coadiuvanti” va al sodo Francesca Lombardi, delegata Giovani Impresa Coldiretti Toscana.
Alla base di questa scelta c’è la consapevolezza di un miglioramento della qualità del tempo data dal vivere in mezzo alla natura e lontano dallo stress, ma anche la voglia di misurarsi con nuove sfide. “L’elemento del guadagno non è prioritario e questo la dice lunga anche sulle motivazioni che spingono sempre più giovani, e anche meno giovani, a dimettersi. Non è quindi una questione di stipendio”.
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