Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Dal petrolio alle rinnovabili: l’ennesimo disastro ambientale conferma che non abbiamo alternative

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Foto Greenpeace Italia

Quello nelle Filippine è solo l’ultimo di una tragica serie di incidenti. Molti altri fattori però contribuiscono, soprattutto in Italia, a rallentare il cambiamento.

 

di Sandro Angiolini
28 luglio 2024

Pochi giorni fa è successo nuovamente, con un grave danno per l’ambiente: una petroliera è affondata, a causa di un forte tifone, nel mare delle Filippine, disperdendo nelle acque circa 1,4 milioni di litri di olio combustibile (non esattamente l’alimento preferito dai pesci).

Non è purtroppo la prima volta che succede, e di sicuro non sarà l’ultima, perlomeno finché si utilizzeranno combustibili di origine fossile. È molto difficile rinvenire dati certi rispetto al numero di casi del genere ma si stima che ogni anno si perdano in mare 4 milioni di tonnellate di idrocarburi, di cui 600.000 nel Mediterraneo. Inutile che vi ricordi le immagini degli uccelli ricoperti di petrolio sulle spiagge contaminate.

Ecco, credo che casi del genere servano almeno a far riflettere coloro che sono contro lo sviluppo delle energie rinnovabili (solare, eolico, e tra poco le maree) sul fatto che ostacolarle significa accettare che le cose rimangano come stanno, e quindi anche con le disastrose conseguenze che comportano per l’ambiente.

A rallentare il cambiamento contribuiscono però, soprattutto in Italia, molti altri fattori. Uno dei più seri è la sovrapposizione di norme e/o la loro ritardata attuazione. Qualcuno ha già sentito parlare di CER-Comunità Energetiche Rinnovabili? Forse sì, dato che ormai se ne parla almeno da circa cinque anni (la direttiva europea che le promuove in realtà è del 2018). Sono dei gruppi di auto-produzione e consumo di energia elettrica su scala locale, dove appunto ci si dovrebbe scambiare l’energia a condizioni anche economicamente favorevoli. In Italia ne sono già state costituite oltre 150 ma ancora fanno fatica a funzionare. Perché?

Le risposte sono molte. Avete già visto dalle date sopra che i governi ci hanno messo del loro: le norme attuative della direttiva EU sono arrivate solo a gennaio 2024. Inoltre tali norme non sono di facile attuazione. Poi ci sono spesso Comuni che vogliono dire la loro imponendo altre regole. Ma soprattutto le cause sono due:
– manca un numero di produttori di energia rinnovabile sufficiente poi a scambiarla con gli altri soci;
– i soci stessi non si mettono d’accordo su come far funzionare il tutto. Alla fine si ritorna alle scelte e alla responsabilità delle persone.

Un’ultima nota rispetto a questi temi la sollecita una notizia apparsa su un quotidiano locale della provincia di Siena. In questo caso si tratta di un sindaco che, intervistato rispetto al futuro di un piccolo e vecchio aeroporto, ha (giustamente) dichiarato che il futuro realisticamente migliore per l’area era quello di centro sportivo polivalente e di parco solare fotovoltaico per produrre elettricità. Sottolineo (e sintetizzo) la motivazione principale con cui il sindaco ha posto il problema: qualcuno è in grado oggi di offrirmi alternative migliori?
Ecco, ponetevi anche voi la stessa domanda: esiste oggi (non tra 10 o 20 anni) un’alternativa migliore allo sviluppo dell’elettrificazione, per noi e per il pianeta?

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.

È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
Vedi  a questo link.