Si chiama “Monito-rare” la ricerca che la Regione ha affidato alle Università di Pisa, Firenze e Siena. L’obiettivo è quello di monitorare gli habitat e le specie vegetali e animali come richiesto dall’UE.
PISA – Piante minacciate dall’eccessivo prelievo come il bucaneve o il pungitopo o specie che sono a rischio come il piccolo quadrifoglio d’acqua, ormai quasi scomparso nelle zone umide per via dell’inquinamento e che sopravvive con piccole popolazioni solo nella zona di Pisa. E ancora rane, raganelle e salamandre, specie minacciate sempre a causa dei cambiamenti ambientali. Per tutelare il patrimonio di biodiversità della Toscana è partito Monito-rare, un progetto che la Regione ha affidato alle Università di Pisa, Firenze e Siena e che è presentato al pubblico nel convegno “Governare la biodiversità” che si svolge oggi a Firenze.
L’obiettivo è quello di monitorare gli habitat e le specie vegetali e animali come richiesto dalla Direttiva Habitat dell’Unione europea. Gli esiti dell’indagine confluiranno quindi nel rapporto nazionale curato dal Ministero dell’Ambiente che l’Italia invierà alla Commissione Europea.
“Per la prima volta in Toscana – dice Gianni Bedini responsabile del progetto per l’Università di Pisa – sperimenteremo sul campo i metodi di monitoraggio stilati dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale applicandoli a circa 50 specie di animali e piante. I dati che raccoglieremo entro la fine dell’anno serviranno sia a validare o ricalibrare i metodi di monitoraggio, sia ad aggiornare le conoscenze sulla distribuzione delle popolazioni investigate e sui fattori che ne minacciano la sopravvivenza”.
L’Università di Pisa ha aderito a Monito-rare con il Dipartimento di Biologia e il Museo di Storia Naturale. Il gruppo pisano – composto da Gianni Bedini, Lorenzo Peruzzi, Giulio Petroni, Marco Zuffi, Giovanni Astuti e Matilde Boschetti – opererà d’intesa con quelli di Siena e di Firenze con il coordinamento di Bruno Foggi, botanico dell’Ateneo fiorentino.
Fonte: Università di Pisa
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