Le acque di vegetazione della molitura delle olive inquinano ma sono ricchissime di polifenoli. Un tesoro sprecato che adesso un sistema brevettato da Enea permette di recuperare.
Redazione
Le acque reflue della molitura delle olive (acque di vegetazione) rappresentano un grosso problema ambientale nei Paesi a vocazione olivicola, soprattutto quelli che si affacciano sul Mediterraneo. Non fa eccezione la Toscana dove sono è frequente la pratica dello smaltimento illegale nei corsi d’acqua. Solo nelle ultime settimane ARPAT ne ha individuati due, uno a Sesto Fiorentino e l’altro a Reggello (FI).
L’elevato carico inquinante di questi scarichi è dovuto al loro contenuto di zuccheri, pectine, grassi, sostanze azotate, polialcoli, poliacidi, fosforo, potassio, magnesio. Sostanze organiche resistenti e difficili da smaltire che contaminano il suolo, i corsi d’acqua e le falde sotterranee. Si calcola che dai frantoi italiani escano ogni anno circa 4 milioni di tonnellate di acque di vegetazione.
Ma adesso ENEA (l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha sviluppato un nuovo processo, brevettato a livello internazionale, che permette di trattare le acque di vegetazione in modo da ricavare prodotti di interesse commerciale, eliminando allo stesso tempo il loro carico inquinante.
In che cosa consiste il brevetto ENEA
Il sistema messo a punto dai ricercatori ENEA permette, con una particolare tecnologia, di “smontare” le Acque di Vegetazione e recuperare 5 frazioni liquide, con una diversa composizione chimica ma dotate di proprietà benefiche: molecole da poter impiegare in campo biomedico, ma anche per produrre energia verde o trasformare l’acqua non potabile in acqua potabile e curativa.
In particolare il brevetto ENEA permette di recuperare i polifenoli presenti nelle acque di vegetazione, che ne costituiscono ben il 49%. Un tesoro sprecato: i polifenoli dell’ulivo hanno straordinarie proprietà antiossidanti, con effetti positivi sull’apparato cardiocircolatorio, proprietà anticancro e molto altro. Alcune molecole polifenoliche che si estraggono dalle olive sono considerate sostanze naturali, al pari delle vitamine, e possono essere utilizzate per produrre integratori alimentari.
La fattibilità economica
Per verificare la fattibilità tecnico- economica del processo ENEA ha condotto uno studio su una tipologia di frantoio oleario di medie dimensioni che tratta 200 quintali al giorno di olive. Con esiti positivi, assicura l’agenzia.
Il processo brevettato non ha problemi di scala industriale ed è in grado di trattare centinaia di tonnellate al giorno. E infatti è stato pensato per essere applicato da frantoi importanti o da consorzi oleari che siano in grado di raccogliere e di processare le acque di vegetazione.
L’ennesima dimostrazione di come i rifiuti, se saputi trattare, possano diventare una nuova risorsa economica.
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