Un’idea rivoluzionaria nata dalla necessità di riforestare i fondali danneggiati senza immettere altra plastica in mare.
di Gabriella Congedo
1 aprile 2023
LIVORNO – Una rete completamente biodegradabile per riforestare le praterie di Posidonia oceanica sarà posizionata sui fondali dell’Isola d’Elba. Un progetto rivoluzionario frutto di una ricerca congiunta tra ASA – Agenzia di Servizi Ambientali, Acquario di Livorno e Università di Pisa che ha visto nel tempo aggregarsi ISPRA, l’Università di Siena e l’azienda tessile di alta moda Coatyarn che ha prodotto il tessuto con cui è stata fatta la rete di pascimento della pianta.
Qualche giorno fa all’Acquario di Livorno è stato presentato il video “The Roots of the Sea” che illustra come sono stati progettati e realizzati questi impianti di riforestazione ecosostenibile.
La Posidonia oceanica è una pianta marina fondamentale per la salute del mare e la protezione delle coste dall’erosione. Ma le sue praterie negli ultimi decenni sono state danneggiate da pesca a strascico, ancoraggio, scarichi industriali, allevamenti ittici, infrastrutture costiere.
Finora i vari tentativi di reimpianto non avevano portato grandi risultati. Inoltre gli impianti di riforestazione, per lo più a base di materiali sintetici, aggiungevano altra plastica a quella che c’è già sui fondali marini. Che fare? La risposta è arrivata dopo anni di ricerche culminati con la sperimentazione all’Acquario di Livorno di una rete a base di bioplastica biodegradabile in acqua di mare dove sono state impiantate alcune talee di Posidonia.
Tutto è iniziato nel 2016 quando ASA stava progettando un impianto di dissalazione all’isola d’Elba. I lavori avrebbero danneggiato la prateria di Posidonia e dunque era necessario un reimpianto. Ma fin da subito si capì che la vera sfida del progetto riguardava non solo il trasferimento di piante e l’eventuale impianto di nuove ma soprattutto la ricerca di un supporto che ne accompagnasse il radicamento nel modo più sostenibile evitando l’uso di materie plastiche.
È nato così un gruppo di lavoro coordinato da Francesco Cinelli dell’Università di Pisa che ha creato una rete in grado di contenere le talee di piccole piante di posidonia e di resistere all’energia del mare. Dopodiché sono state sperimentate 7 diverse formulazioni con biopolimeri in grado di degradarsi in un paio d’anni, il tempo necessario alla pianta per mettere radici.
I primi prototipi sono stati posati in una vasca dell’Acquario di Livorno assieme ad alcune talee di posidonia per verificarne l’efficacia. Dall’esito di questo test durato oltre due anni è stata individuata una formulazione di biopolimeri dalla quale poter produrre il filato e in seguito una geostuoia, cioè la struttura vera e propria.
L’ultimo tassello del progetto è andato a posto quando Coatyarn, azienda tessile specializzata in filati ad alto contenuto tecnologico, ha messo a punto una geostuoia con una rete a maglie variabili che si adatta perfettamente al fondo marino e ha dimostrato da subito la sua efficacia favorendo l’impianto delle talee, mantenendole ben fissate al fondo e facilitandone la radicazione futura.
Ora si è arrivati alla fase finale del progetto. Nella vasca dell’Acquario di Livorno si trova la geostuoia su cui sono state impiantate le talee di Posidonia. Non appena gli ultimi studi sulla completa compatibilità con l’ambiente marino saranno completati questa sarà pronta per essere impiantata sui fondali dell’Isola d’Elba e dare vita a nuove praterie.
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