Ecosistema

Coste toscane tra specie aliene e il ritorno del barbagianni a Pianosa

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Venerdì 6 dicembre a Livorno un aperitivo scientifico per parlare di specie aliene. Intanto tornano i barbagianni a Pianosa grazie a Lipu e Parco.

 

Redazione
4 dicembre 2024

LIVORNO – Nei mari della Toscana, ormai da anni, è sempre più probabile incontrare esemplari mai visti prima, molti dei quali arrivati dal mar Rosso attraverso il canale di Suez. Tra le decine di specie aliene troviamo il pesce scorpione, Pterois miles, le cui carni sono commestibili anche se la specie è dotata di spine che contengono una neurotossina. In Toscana il granchio blu, Callinectes sapidus, si è diffuso soprattutto all’interno della laguna di Orbetello ma è presente anche nelle foci di fiumi e canali.

Tra gli ultimi invasori delle coste toscane c’è poi il VermocaneHermodice carunculata, conosciuto anche come verme di fuoco. Si tratta di un anellide marino di grandi dimensioni: gli adulti raggiungono spesso i 30 cm e gli esemplari più grandi possono arrivare fino a 70. Come suggerisce il nome comune è una specie urticante. Anche il pesce palla maculatoLagocephalus sceleratus, è estremamente pericoloso. La specie possiede una potente neurotossina che la rende altamente pericolosa al consumo, anche dopo la cottura.

Specie aliene: quali sono, perché temerle e come possiamo fermarle è il tema dell’aperitivo scientifico che si terrà all’Acquario di Livorno venerdì 6 dicembre alle 17. Interverranno Piero Genovesi, ricercatore Ispra (l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e divulgatore scientifico, che parlerà dei rischi connessi alla loro introduzione e alla loro diffusione, e Giovanni Raimondi, curatore scientifico dell’Acquario di Livorno. Informazioni e prenotazioni sul sito di Ispra 

Tra le buone notizie c’è invece il ritorno dei barbagianni a Pianosa, l’ex isola-carcere dell’Arcipelago Toscano. Erano spariti dall’isola nel 2021 dopo un’operazione di pulizia ecologica voluta dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, ma adesso due coppie hanno dato vita a cinque pulcini (pulli), tre dei quali hanno già spiccato il volo. Nell’isola, da tre anni, di barbagianni non ce n’erano più perché era sparito il loro cibo preferito, ossia il ratto nero che aveva effetti deleteri per la fauna locale.

Il Parco quest’anno, in collaborazione con la Lipu e il Cruma (Centro di recupero uccelli marini) di Livorno, ha creato alcuni nidi artificiali per il loro recupero che si sono rivelati un habitat ideale. I micro-mammiferi presenti sono un alimento sufficiente per il loro nutrimento.

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