Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

COP27 sul clima: niente di nuovo sotto il sole (sempre più rovente)

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Al di là delle promesse rimane il fatto che i Paesi ricchi hanno paura di modificare stili di vita e sistemi produttivi, quelli più poveri vogliono crescere.  

 

di Sandro Angiolini
20 novembre 2022

Si è chiusa due giorni fa a Sharm El Sheikh la conferenza internazionale COP 27 sulla lotta al cambiamento climatico. I suoi risultati sono stati deludenti per chi è maggiormente impegnato ad abbassare le temperature del pianeta (come ampiamente previsto).
Ma partiamo dal bicchiere mezzo pieno:

– I presidenti di Paesi chiave come Stati Uniti e Brasile hanno dichiarato di voler sostenere investimenti e azioni concrete per rallentare il riscaldamento globale (leggi maggiori fondi per le rinnovabili negli USA e riforestazione dell’Amazzonia abbandonando il “via, liberi tutti” di Bolsonaro): sono tasselli assai importanti a livello mondiale;

– è stato approvato il lancio di un fondo di compensazione/ristoro a favore dei Paesi più vulnerabili colpiti dal cambiamento climatico, finanziato dalla maggior parte di quelli più ricchi o in crescita (vedi Cina e India). Questa specie di salvagente dovrebbe consentire di ridurre le disparità sociali, economiche e ambientali a livello internazionale;

– è stato mantenuto l’obbiettivo generale di limitare il riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi entro il 2030 rispetto ai livelli pre-industriali. Ciò significa che le politiche economiche dei singoli Stati dovrebbero ispirarsi a questo obbiettivo nelle loro scelte.
E ora per il lato più “oscuro” della conferenza:

– gli impegni di Biden conteranno senz’altro per i prossimi due anni, ma se poi alla presidenza degli USA ritorna un tipo come Trump, che proprio in settimana ha annunciato la sua candidatura per le elezioni del 2024, ce li possiamo tranquillamente scordare;

il fondo di ristoro per i Paesi più poveri non verrà concretamente definito prima della prossima conferenza COP 28 che si terrà tra un anno a Dubai (non esattamente una location sostenibile…). Nel frattempo buona parte delle isole del Pacifico e dell’oceano Indiano continuano ad essere progressivamente sommerse;

– anche se la conferenza ha approvato un documento in cui si dichiara di voler abbattere le emissioni derivanti da centrali a carbone passando a energie non fossili, con gli attuali impegni in corso non sarà possibile rispettare l’obbiettivo di limitare il surriscaldamento globale a soli 1,5 gradi Celsius.

Conclusione: la COP 27 (dove ricordo che il numero cita il numero progressivo di conferenze internazionali tenute sul tema) è lo specchio dei tempi politici che viviamo: i Paesi più ricchi hanno paura di adottare dei sistemi di vita e di produzione più “sobri”, quelli più poveri hanno bisogno di crescere per uscire dalla povertà, e in molti casi per far dimenticare ai loro cittadini varie ingiustizie sociali causate da regimi poco o nulla democratici. A noi cittadini europei resta il compito di continuare a premere per far sì che, come dimostrato in Egitto, la UE rappresenti il punto di riferimento mondiale per la lotta al cambiamento climatico.

P.S. A conferma di quanto scritto nel mio precedente articolo sull’emergenza Giovani e Ambiente è uscito in settimana il rapporto Unicef dove si legge che in media 1 adolescente su 7 al mondo soffre di disturbi mentali…

Sandro Angiolini_Toscana-ambienteOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.