Dalla filiera corta legata alla pecora e alla tradizionale lavorazione della lana a un centro di aggregazione e servizi. Anche con l’aiuto dell’e-commerce e delle nuove tecnologie.
MASSA CARRARA – Siamo in Lunigiana. E “Valli di Ziri” è una delle venticinque cooperative di comunità, in ventitré Comuni diversi, che la Regione Toscana lo scorso dicembre ha deciso di finanziare con un milione e duecentomila euro.
“Piedi piantati a terra … ma la testa nel mondo” è il motto della cooperativa nata a Piagna di Rossano, nel comune di Zeri, forse la migliore sintesi di quello che le cooperative di comunità sono o possono diventare: aggregazioni di persone legate alla loro terra, decise a rimanere a vivere in quei borghi, pronte a fare squadra a difesa delle tradizioni e delle antiche economie locali, ma con l’intelligenza di non rinchiudersi in se stessi e guardare invece oltre i confini del proprio paese, connessi al resto del mondo con la testa e sfruttando anche le opportunità offerte da internet e dalle nuove tecnologie.
Un territorio, quello della Lunigiana, che ha visto una doppia tappa del viaggio per conoscerle da vicino una dopo l’altra da parte dell’assessore alla presidenza Vittorio Bugli. Un tour istituzionale iniziato qualche mese fa. E venerdì 26 luglio è stato appunto il turno della cooperativa “Valli di Ziri”, seguita al pomeriggio dalla Guinadese a Guinadi, frazione di Pontremoli.
“Lo scopo che ci siamo prefissi finanziando queste cooperative è chiaro – spiega Bugli – Vogliamo arrestare lo spopolamento di queste zone e invertire anche il trend di impoverimento delle economie di queste località oggi marginali. Chi ha scelto di rimanere qui o chi non ci è nato ma ha deciso di viverci ha fatto una scelta forte. Ognuno ha la sensazione di poter fare qualcosa di utile per queste comunità che si sono ricostituite, qualcosa che nelle città più grandi si è perso, e questo amplifica l’entusiasmo, dando vita a esempi di economia collaborativa”.
I DUE PROGETTI
L’idea della cooperativa “Valli di Ziri” è semplice: sviluppare una filiera corta locale legata alla pecora e al rilancio delle biodiversità locali. Si lavora, in collaborazione con un’altra cooperativa di comunità (quella di San Casciano dei Bagni), al recupero delle lavorazioni tradizionali della lana, che grazie all’e-commerce e a magazzini e marketing digitali potrebbe favorire lo sviluppo di microeconomie locali. La rete aiuterà anche a erogare alcuni servizi pensati per gli anziani e le fasce più bisognose: dalla diagnostica e la tele-medicina alla distribuzione dei medicinali alla consegna della posta e della spesa. Senza dimenticare il recupero della tradizione gastronomica, in un territorio già ricco di storia e bellezze naturali. Il tutto si lega alla lotta al dissesto dei terreni e al recupero del patrimonio edilizio rurale. A 65 mila euro ammontava il progetto complessivo presentato alla Regione, che l’ha finanziato per 45 mila.
A Guinadi invece, nel comune di Pontremoli, il progetto di una cooperativa di comunità che coinvolge tutto il borgo, costituita da giovani e meno giovani, è nato intorno al progetto di rilancio di un locale di aggregazione. L’unico locale del paese infatti, il bar dell’antica cooperativa di consumo fondata nel 1919, rischiava qualche anno fa di chiudere. A quello si sommano altre idee, tutte legate al miglioramento dei servizi per i residenti.
E’ stato riaperto da qualche anno un locale balera, all’interno dell’ex ufficio postale, e quello spazio si vorrebbe adesso far diventare polivalente, ristrutturandolo in modo da poter accogliere un ambulatorio per i medici di base, una palestra per la terza età, un laboratorio di didattica per gli alunni delle scuole, ma anche servizi per la raccolta di ricette e ritiro di farmaci, per l’accesso alla prenotazioni on line di visite specialistiche, pagamenti on line e Pos.
E poi anche in questo caso c’è l’enogastronomia, con corsi – per i turisti ma non solo – di cottura con i tradizionali ‘testi’ di ghisa, su cui la cooperativa ha già maturato ampia esperienza. E’ stata già attrezzata un’area nel bosco per il periodo estivo, per ospitare eventi e incontri in occasione del ritorno di coloro che sono emigrati dal paese anni fa e dei loro figli. “Tante iniziative insomma – commenta l’assessore Bugli – che attraverso alberghi diffusi, bar e ristorante possono richiamare persone anche da fuori“. Costo stimato quasi 70 mila, di cui 49.000 finanziati dalla Regione.
Fonte: Regione Toscana
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