Grazie al progetto di digitalizzazione massiva 276.302 campioni di piante sono ora disponibili in formato digitale, permettendo di preservare questo tesoro.
di Iacopo Ricci
27 novembre 2024
FIRENZE – All’Erbario Centrale di Firenze si è conclusa la digitalizzazione dell’Erbario Webb, uno dei tesori più importanti del Sistema Museale dell’Università di Firenze. Grazie al progetto di digitalizzazione massiva sono stati scansionati tutti i 276.302 campioni di piante essiccate che compongono l’Erbario Webb, una delle collezioni botaniche più conosciute e consultate dai botanici di tutto il mondo.
L’erbario, originariamente raccolto dal botanico inglese Philip Barker Webb (1793-1854), giunse al Museo nel 1856 e conteneva la più grande collezione botanica privata dell’epoca con reperti da Australia, Americhe, Africa e Asia, inclusi campioni storici raccolti da Charles Darwin alle isole di Capo Verde e da celebri botanici come Joseph Dalton Hooker, Jacques Labillardière e René Louiche Desfontaines.
L’acquisizione dei reperti appartenenti alla collezione Webb rappresenta una delle tappe principali del progetto di digitalizzazione dell’Erbario Centrare Italiano presentato prima dell’estate a Firenze. Ieri sono arrivati 700.000 campioni provenienti dall’erbario dell’Università di Padova per essere scansionati.
Un progetto titanico reso possibile grazie a un accordo con il National Biodiversity Future Center, il primo centro italiano di ricerca sulla biodiversità, e a un finanziamento di circa 7 milioni di euro del PNRR. Vi partecipano due grandi università italiane, Firenze e Padova.
Un progetto unico al mondo
L’Erbario Centrale di Firenze, il più grande in Italia e uno dei primi 10 al mondo, custodisce oltre 2 milioni di piante. Un formidabile archivio di biodiversità che presto sarà consultabile da tutti. Qui infatti è in corso la digitalizzazione dei campioni al ritmo di 10-12 mila al giorno. I fogli con le piante raccolte anche secoli fa e conservate a Firenze da metà Ottocento vengono prelevati dai faldoni, posti sui nastri trasportatori da operatori specializzati e fotografati, poi ricollocati al loro posto sugli scaffali. Questo permette di acquisire e rendere accessibili in rete sia le immagini ad alta definizione di ogni singolo foglio d’erbario sia le informazioni trascritte dalle etichette (la ‘carta d’identità’ della pianta) in modo che chiunque possa accedere a questo tesoro.
A lavoro concluso saranno disponibili sul Web ad accesso libero le immagini di quasi 4 milioni di pezzi tra Erbario Nazionale e altre collezioni. Questo patrimonio botanico ricostruisce la flora del passato e racconta quello che sta succedendo adesso. Tra meno di un anno la messa in rete di quasi 4 milioni di campioni, che saranno a disposizione di tutta la comunità scientifica nazionale e internazionale, potrà dare un contributo fondamentale anche allo studio dei cambiamenti climatici.
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