Grande partecipazione e nuovi obiettivi dall’incontro dei 300 Comuni italiani Rifiuti Zero che si è svolto dal 22 al 24 novembre. La rivoluzione ecologica è già iniziata.
di Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy
vincitore Goldman Prize 2013
CAPANNORI (Lu) – Nonostante l’allerta maltempo oltre 300 persone hanno partecipato a “L’Italia delle 300 comunità Rifiuti Zero”, l’incontro nazionale e internazionale che si è svolto a Capannori dal 22 al 24 novembre per celebrare il superamento di quota 300 dei Comuni italiani che hanno approvato la delibera “Rifiuti Zero”.
Particolarmente intensa la giornata del 23 che ha visto il teatro di Capannori affollato da delegazioni di attivisti, sindaci e assessori provenienti da quasi tutta l’Italia, comprese Sicilia e Sardegna. Le amministrazioni rappresentate erano più di 50, ma erano presenti anche delegazioni di aziende del settore della gestione dei rifiuti, start up e imprese, rappresentative anche di grandi distretti industriali.
Dal confronto paritetico avvenuto negli workshop del pomeriggio organizzati per aree geografiche (nord, centro, sud e isole) è scaturita poi la nascita di un coordinamento nazionale Rifiuti Zero, composto in prevalenza da sindaci e amministratori ma anche da attivisti provenienti da ogni angolo d’Italia, con il compito di iniziare un efficace coinvolgimento dei 304 Comuni della Lista Italiana Rifiuti Zero affinché il peso di queste comunità (che rappresentano circa 7 milioni di abitanti) venga il più possibile adoperato nei confronti del Governo, dell’Associazione Nazionale dei Comuni (ANCI) e del Consorzio nazionale degli imballaggi (CONAI).
In particolare è stato ribadito quanto sia importante per l’effettiva attuazione della transizione ecologica e di un sistema produttivo basato sull’economia circolare interloquire attivamente con i ministeri competenti (a partire da quello dell’Ambiente, anche in seguito al positivo incontro tra il ministro Costa e una delegazione di Zero Waste Italy) affinché l’approvazione dei “collegati ambientali” successivi all’approvazione della legge di Bilancio in corso prevedano congrui stanziamenti per le riconversioni ecologiche, e non solo spiccioli.
Questo coordinamento (che rimane aperto alla partecipazione di altri Comuni), proprio perché rappresentativo non solo di oltre 300 Comuni ma anche di un diffuso “movimento Rifiuti Zero”, vede il coinvolgimento di sindaci e assessori – a partire da Capannori con il sindaco Luca Menesini – di Comuni capoluogo come Ascoli Piceno e di amministratori di tutte le regioni italiane come Narni per l’Umbria, Cupra Marittima per le Marche, Santhya per il Piemonte, Vimercate e Codevilla per la Lombardia, Carbonia per la Sardegna, Montelepre per la Sicilia, Massafra e Modugno per la Puglia, Soliera per l’Emilia Romagna e tanti altri.
La Toscana, avvantaggiata dalla vicinanza geografica, era massicciamente presente a partire da Livorno, Carrara, Carmignano: una lunga scia di presenze da tutte le 10 province toscane (erano presenti ben 22 dei 40 Comuni toscani aderenti a Rifiuti Zero).
Naturalmente a questo appuntamento non potevano mancare le avanzatissime esperienze venete e in particolare di Treviso, rappresentate molto opportunamente da Paolo Contò (Consorzio Priula/Contarina Spa).
L’incontro di Capannori è stato però prima di tutto una festa nella quale la presenza e gli interventi di Paul Connett e di Esra Tat per Zero Waste Europe (rappresentata anche da Enzo Favoino e dallo scrivente) hanno contribuito a far risaltare il carattere “locale-globale” della rete nata nel 2007, quando il comune di Capannori per primo aderì alla strategia Zero Waste.
La “narrazione” di questo percorso straordinario richiamata da Paul Connett anche attraverso aneddoti divertenti ha trasmesso a tutti i partecipanti una potente sensazione di entusiasmo per un movimento ben riuscito che ha saputo ottenere una serie di successi a livello locale e nazionale: l’interesse crescente dei Comuni alla strategia Rifiuti Zero, la sconfitta di molti progetti di incenerimento e, non da ultimo, la rivendicazione di quel 58,4% di Raccolta Differenziata su scala nazionale che è stata ottenuta non certo per merito dei governi ma grazie all’impegno dal basso di moltissime comunità, dei sindaci e di un universo di associazioni e comitati spesso vituperati e aggrediti dalle lobby trasversali dell’industria sporca.
Il “respiro globale” è stato rafforzato dall’intervento della co-direttrice di Zero Waste Europe Esra Tat che alla vigilia dell’insediamento della nuova Commissione Europea ha snocciolato le proposte che verranno avanzate anche a Bruxelles per una corretta interpretazione dell’Economia Circolare che escluda l’incenerimento ma anche (come dichiarato efficacemente da Enzo Favoino) il cosiddetto e fuorviante “chemical recycling” come quello “pompato” da Regione Toscana ed ENI in quel di Livorno, nel Polo già inquinato di Stagno, per un’operazione mistificante volta a produrre falsi “biocarburanti” peraltro da ricavare dalle plastiche!
Infine, un momento anch’esso molto alto della tre giorni è stato la premiazione da parte di Zero Waste Italy (su istruttoria del Centro Ricerca Rifiuti Zero) di quattro imprese che a diversi livelli testimoniano la concreta possibilità di marciare verso rifiuti zero e circolarità:
Q-Flex, che con il “vetro liquido” può rimpiazzare la plastica in gran parte del settore dell’imballaggio alimentare rendendo gli imballaggi del tutto riciclabili e in ultimo compostabili;
Ecolinea, che invece di proporre per feste ed eventi stoviglie monouso, ancorché compostabili, ha deciso di fornire ben igienizzati kit di stoviglie e piatti che una volta usati possono essere lavati e riusati. Meglio evitare i rifiuti che riciclarli!
Ecolsystem che progetta e produce manufatti di “plastica seconda vita” da scarto di pulper delle cartiere e da plastiche miste per usi stradali e a protezione di piste ciclabili.
Ma non solo imprese piccole e medie possono intraprendere questi percorsi: la premiazione di Astri, rappresentativa del macro distretto tessile di Prato (con i suoi oltre 35.000 addetti) dimostra che l’economia Circolare c’è già e si può applicare non solo su piccola scala ma anche parlando di fatturati milionari. Astri con le sue imprese associate ricicla e rigenera tonnellate di tessuti usati avviandoli al mercato dell’usato ma anche producendo filati e tessuti provenienti da riciclo nel segno della centralità del recupero di materia.
Sì, si può fare, tutto questo sta già avvenendo ed è l’inizio della rivoluzione ecologica.
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