E sono appena tre quelle che hanno ricevuto la prima tranche di incentivi statali. La denuncia in un nuovo report di Legambiente.
di Gabriella Congedo
22 ottobre 2022
“Una su mille ce la fa”, verrebbe da dire sulla falsariga di una vecchia canzone. Ebbene sì perché in Italia, sebbene si faccia un gran parlare di comunità energetiche rinnovabili (CER), sono ancora pochissime quelle che hanno tagliato il traguardo. E ancora meno (tre per l’esattezza) quelle che stanno ricevendo i famosi incentivi statali.
È quanto denuncia Legambiente che, dati alla mano, fa il punto della situazione nel nuovo report “I blocchi allo sviluppo delle comunità energetiche”. Ecco quello che emerge: sulle 100 comunità energetiche mappate sino a giugno 2022 (vedi comunirinnovabili.it) – tra quelle già operative, in fase di attivazione o in progetto -, ad oggi sono 45 quelle in fase ancora “embrionale”, 55 quelle che si trovano in uno stadio più maturo dell’iter fra chi è legalmente costituito, chi ha già realizzato gli impianti e chi sta attraversando o ha già ultimato la procedura di registrazione presso il portale del GSE (Gestore Servizi Energetici) dedicato alle comunità energetiche.
Ma andando a scavare si scopre che solo 16 sono riuscite a completare l’iter di attivazione e sono operative mentre appena 3 realtà – la comunità energetica di Vitulano (Benevento), il Residence Cicogna a Paderno di Ponzano (Treviso) e un autoconsumatore collettivo di ACEA Pinerolese – hanno ricevuto la prima tranche di incentivi statali.
Che cosa è successo? Ritardi, lungaggini burocratiche, la mancanza degli incentivi ministeriali, il ritardo dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) sull’emanazione delle regole attuative, che si uniscono alle difficoltà nel ricevere le informazioni necessarie a identificare l’ambito di sviluppo delle CER, ai ritardi nelle registrazioni e al ricevimento degli incentivi, ma anche a preventivi onerosi per allacci alla rete.
“Nessun ritardo è più tollerabile – tuona Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – Per permettere il pieno sviluppo di queste realtà è necessario e urgente non solo accelerare il processo di pubblicazione delle regole attuative di Arera, le cui consultazioni si sono chiuse lo scorso 29 settembre, ma anche accelerare sulla partita degli incentivi su cui chiediamo al nuovo Governo di lavorare da subito”.
Eppure tutto il Paese si sta muovendo da Nord a Sud per dare vita alle comunità energetiche. Ma questi gravissimi ritardi, sottolinea Legambiente, si stanno ripercuotendo sulle numerose esperienze nate e in procinto di nascere, che non hanno modo di fare stime precise sui tempi di ritorno dell’investimento e sui benefici economici per gli utenti. E in questo modo si rischia di perdere tutti una grande occasione.
E in Toscana?
Qualcosa si sta muovendo per iniziativa dei Comuni, non ci risulta però al momento nessuna realtà operativa.
A Torrita di Siena una comunità energetica rinnovabile sta per nascere grazie al nuovo impianto fotovoltaico installato sulla scuola elementare, finanziato con fondi regionali. L’edificio produrrà da sé l’energia di cui ha bisogno, quella in esubero la condividerà con le attività commerciali vicine.
Un’altra sta muovendo i primi passi a Vicchio dove il 1° settembre si è costituita l’associazione “Comunità Energetica Rinnovabile Vicchio” – al momento la prima esperienza di questo tipo nel Mugello e nell’area della Città Metropolitana di Firenze. Per illustrare l’iniziativa alla cittadinanza qualche settimana fa il Comune ha indetto un’assemblea pubblica.
In una fase più embrionale il Comune di Calenzano dove la Giunta ha approvato un atto di indirizzo per la costituzione di una comunità energetica rinnovabile con la possibilità di costituire un’associazione mista pubblico-privato.
Non è molto, e probabilmente si può fare di più. Il sindaco Dario Nardella ha voluto dare un segnale con la proposta di realizzare una comunità energetica in ogni comune della Città metropolitana di Firenze. Per lanciarle, ha assicurato, “utilizzeremo il nostro piano di 40 milioni di euro per gli impianti fotovoltaici sulle scuole sia per il Comune che per la Città metropolitana di Firenze”. In questo modo si abbattono i costi, “ci aiutiamo a vicenda, istituzioni pubbliche e aziende: le aziende con gli impianti sui loro tetti e noi con gli impianti sui tetti delle nostre scuole. In più diamo una mano anche alle famiglie“.
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