In Toscana alcuni Comuni hanno provato a disincentivare l’usa e getta in hotel, bar e ristoranti attraverso la fiscalità ma senza troppa convinzione.
di Marcello Bartoli
Economia circolare, raccolta differenziata, riuso, riciclo. Il tema dei rifiuti è sempre caldo, alla luce anche di quanto annunciato dall’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni circa le linee guida del Piano regionale su rifiuti e bonifiche. Tra gli obiettivi dichiarati dalla Monni la riduzione della produzione dei rifiuti per spingere sul riuso puntando su tutto il territorio regionale “ad azioni di prevenzione, valorizzazione delle esperienze virtuose, di preparazione al riutilizzo e all’attivazione di sinergie con il sistema produttivo”.
Ci sono settori economici, come quello dell’Horeca (hotel, ristoranti e bar), dove l’utilizzo di tovagliato usa e getta e di altri strumenti e accessori monouso rischia di diventare la consuetudine tra i manager di sala e i ristoratori. Le valutazioni di molti operatori del settore sono spesso sommarie e non tengono sufficientemente conto delle conseguenze di alcune scelte. Qualche settimana fa abbiamo parlato di uno studio del 2013 che metteva a confronto le prestazioni ambientali nell’intero ciclo di vita (acquisizione delle materie prime, produzione, distribuzione, utilizzo e fine vita) del tovagliato riutilizzabile in tessuto e di quello in carta monouso per il settore risto-alberghiero del Comune di Firenze e il tessile risultava vincente pressoché su tutti i fronti.
Alcuni Comuni, in Toscana e in Italia, hanno iniziato a dare qualche timido segnale per incentivare il settore Horeca a preferire l’uso del tessile e ridurre così l’impatto ambientale. Due anni fa Scarperia e San Piero e Borgo San Lorenzo offrivano la riduzione della tassa sui rifiuti alle utenze non domestiche che riducevano il consumo di carta usa e getta a favore di materiale tessile riutilizzabile. Le riduzioni arrivavano fino a un massimo del 20% per le strutture che dimostravano l’abbattimento totale del consumo dei prodotti di carta a favore di quelli tessili riutilizzabili. Un anno fa un’iniziativa simile era stata avviata anche nel Comune di Bagni di Lucca dove Damiano Donati, dell’omonima lavanderia industriale, proponeva di detassare i ristoranti che avessero usato tovaglie di cotone.
Bagni di Lucca fa parte, tra l’altro, dei 325 Comuni italiani che hanno adottato la strategia Rifiuti Zero. I Comuni hanno la possibilità e i modelli di riferimento per adottare progressivamente delle strategie di raccolta differenziata dei rifiuti che premino i cittadini e le aziende che si comportano in modo virtuoso. La Rete Zero Waste Italy e il Centro Rifiuti Zero di Capannori offrono da anni collaborazione e sostegno alle amministrazioni che decidono di intraprendere un percorso di sensibilizzazione di cittadini e imprese verso una raccolta più efficiente da un punto di vista quantitativo e qualitativo.
Zero Waste Italy ha già dimostrato di essere sensibile al tema del tessile riciclato e nel 2019 ha premiato ASTRI, l’Associazione italiana per il Tessile riciclato che riunisce moltissime aziende del distretto tessile pratese, un modello di economia circolare di livello europeo. Chissà che a breve non possa svolgere un ruolo determinante anche nella sensibilizzazione del settore Horeca a un uso meno impattante delle risorse. Una vera transizione ecologica, si sa, non può dipendere esclusivamente dalle politiche messe in campo dai governi ma da una crescita culturale di cittadini e aziende.
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