Le critiche al Piano provinciale. Recuperare i terreni già destinati all’attività vivaistica in nome di tutela ambientale e salute pubblica. Più attenzione all’uso di acqua e fitofarmaci.
PISTOIA – Il Piano provinciale per la tutela del patrimonio e dell’ambiente presenta diverse incongruenze. A puntare il dito è l’amministrazione comunale di Pistoia, secondo la quale il Piano non tiene conto dell’attuale situazione del vivaismo e dei suoi operatori. Piuttosto che estendere il perimetro dei vivai e consumare nuovo territorio occorre recuperare le aree già esistenti, vocate per tradizione all’attività vivaistica,
“L’amministrazione comunale – si legge in una nota – ritiene che non siano stati tenuti sufficientemente in considerazione alcuni aspetti riguardanti i vincoli di natura paesaggistica, la tutela ambientale e della salute pubblica, la carenza di infrastrutture, la necessità di mitigazione dell’impatto dell’attività sulla risorsa idrica e sul rischio idraulico. Occorre dunque recuperare questi terreni, già destinati all’attività vivaistica, piuttosto che estenderne il perimetro a nuove zone, andando a consumare altro territorio, senza tra l’altro che ve ne sia necessità”.
Il Piano prevede che nelle aree individuate per l’attività vivaistica sia consentita la realizzazione di impianti di coltivazione in contenitore (vasetterie) senza alcun tipo di verifica né urbanistica né ambientale. E nemmeno si prevede, accusano gli amministratori, alcuna specifica norma a tutela della salute pubblica e ambientale rispetto all’uso di fitofarmaci. Non è affrontata nemmeno la questione dei bacini di accumulo né l’aspetto dell’uso della risorsa idrica disponibile, né il Piano risulta essere passato al vaglio del Genio Civile per ciò che riguarda il rischio idrogeologico. I collegamenti viari, poi, non sarebbero in grado di sopportare un passaggio frequente di mezzi pesanti nelle zone indicate dal Piano.
Fonte: Comune di Pistoia
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