In Toscana si allarga il consenso alle 8 proposte del Comitato. Obiettivo, rendere il meccanismo economicamente vantaggioso per i cittadini e più partecipato.
di Maurizio Lunghi – Presidente del Comitato Pro CER di Bagno a Ripoli
21 settembre 2023
BAGNO A RIPOLI (Fi) – Il Decreto mancante del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ancora non arriva e il quadro normativo nazionale non permette di partire con le prime Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) in versione definitiva: il ministro ha detto che in autunno partiremo e tutti lo speriamo, anche per non incorrere in sanzioni della Commissione Europea per i ritardi nell’adozione della Direttiva europea RED II 2001/2018 per la promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili (FER).
Non vogliamo ripetere qui le informazioni già fornite nel nostro precedente articolo sul quadro normativo, che è rimasto praticamente lo stesso dal 7 marzo 2023, inasprito semmai dalle tensioni, dubbi, insicurezze e incertezze che derivano da un ritardo così grande e un silenzio così assoluto.
Vogliamo invece raccontare oggi i progressi fatti da tanti esperti e associazioni, coordinati dal Comitato di Bagno a Ripoli pro CER, che si sono messi a studiare in anticipo gli aspetti pratici, economici, ecologici, sociali e organizzativi che caratterizzeranno l’ambiente di sviluppo delle configurazioni di autoconsumo diffuso.
Una normativa da migliorare
Lo studio ha rilevato che il quadro normativo che si sta delineando ha 8 punti che se migliorati aumenterebbero molto i benefici e l’impatto a favore degli utenti finali del sistema energia. I punti che vi presentiamo abbracciano sia questioni economiche e legali, sia questioni sociali e di partecipazione attiva, e fanno sempre riferimento all’assunto che si può parlare di ‘autoconsumo diffuso’ solo quando la totalità della produzione della comunità rimane completamente nella disponibilità dei suoi membri, ovviamente una volta dedotti gli oneri di gestione di rete e altri eventuali costi.
Inoltre, la componente potenziale delle CER come fattore aggregante e partecipativo è assolutamente rilevante. Infatti nella nostra visione delle CER il cittadino partecipante è un attore attivo che contribuisce alla creazione di nuovi impianti solari o sul tetto della propria casa oppure acquistando una quota di Campi Solari Comuni fatti dalla CER in modo cooperativo su spazi offerti magari da amministrazioni, circoli, parrocchie, banche, associazioni, Poste, privati.
I ‘campi solari comuni’ costituiscono la più grande novità offerta da questa normativa!
Cosa chiediamo
- Applicazione dell’art.32 comma 3 lettera c del D.L. 199/2021, che prevede la possibilità per i consumatori finali di richiedere lo ‘scorporo’ dell’energia condivisa sulla propria bolletta.
- La tariffa incentivante PREMIO (TIP) non deve essere inversamente proporzionale al prezzo dell’energia.
- Studiare delle forme di interazione, collaborazione, economia di scala e sinergia tra le due configurazioni possibili per le associazioni di autoconsumatori: Gruppi di Autoconsumo Collettivo (GAC) e le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).
- Consentire a GAC o CER il recupero del 50% del costo per nuovi impianti produttivi Campi Solari Comuni condivisi tra i membri delle comunità.
- Applicazione dell’5 del DL 199/2021 che prevede un incentivo per la sostituzione dell’amianto in strutture esistenti.
- Partecipazione di rappresentanti delle CER all’Osservatorio nazionale previsto dall’art.33 del DL 199/2021.
- Abolizione dell’art. 11 del TIAD (Testo Integrato Autoconsumo Diffuso) allegato alla Delibera 727 di ARERA
- Prevedere una ‘deroga’ per il concetto di comunità e conseguentemente della definizione di ‘energia condivisa’ per i contesti urbani ad alta densità abitativa, o con forte consumo energetico, o con borghi tutelati da vincoli artistici/paesaggistici/culturali.
(Qui per scaricare il testo integrale del Manifesto di Villamagna)
Comuni e Regione: si allarga il consenso al Manifesto pro CER
Abbiamo creato un largo consenso in Toscana sul Manifesto di Villamagna pro CER in tutte le componenti sociali, non solo ambientaliste come Legambiente, Italia Nostra, Arca, Eco-lobby ma anche in enti e istituzioni come ANCI, ARCI nazionale, Movimento Consumatori, Confconsumatori, Banca di Credito Cooperativo, CGIL Toscana, per citare le principali.
Recentemente 10 Comuni hanno già formulato delle risoluzioni ufficiali a supporto delle richieste di revisione indirizzate al Governo, altri Comuni hanno avviato il processo e, con nostra grande soddisfazione, anche la Regione Toscana in data 25 luglio 2023 ha assunto una posizione ufficiale a sostegno di tali richieste.
Invitiamo altri Comuni interessati a contattarci per un confronto aperto e costruttivo.
Non sprechiamo quest’opportunità
Ma la costituenda normativa non offre condizioni economiche tali da incoraggiare un padre di famiglia a investire 5.000 o 10.000 euro in una quota di campo solare, con la conseguenza che le uniche CER che si formeranno saranno quelle che useranno i fondi del PNRR o altri fondi pubblici, generando benefici ambientali, economici e sociali irrisori rispetto alla potenzialità di tale strumento.
Se il quadro normativo non viene revisionato, scommettiamo che avremo solamente delle CER nane?
Info e contatti: mauriziolunghi66@gmail.com https://www.facebook.com/cerbagnoaripoli
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