Le cause legali sono la nuova arma per imbavagliare e scoraggiare le proteste civili: ultimo caso il risarcimento record a cui stata condannata Greenpeace.
di Sandro Angiolini
23 marzo 2025
Non ho avuto dubbi nello scegliere la notizia ambientale proveniente dall’estero questa settimana. Arriva dal poco noto North Dakota (USA) e riguarda la condanna che un tribunale ha affibbiato all’associazione Greenpeace per avere, secondo i giudici, diffamato una grande compagnia petrolifera statunitense, la Energy Transfer – con sede in Texas. A quanto ammonta il danno reputazionale? 667 milioni di dollari. Che, tenendo conto del fatturato della società nel 2024 (oltre 82 miliardi di dollari), non pare neppure esagerata come somma.
Il punto, anzi i punti, sono altri. Proviamo a vedere:
– Quando è che la protesta si trasforma in diffamazione? Specialmente in un Paese come gli USA, dove la libertà di parola è un diritto sacrosanto sancito dal primo emendamento della Costituzione del 1791, è un tema da valutare con estrema cautela e dove sbagliare è assai possibile. Al proposito ritengo di dover evidenziare che, negli ultimi anni, si sono moltiplicate le cause legali contro chi professa pubblicamente e fortemente opinioni diverse da chi è al potere.
Questo accade spesso anche in Italia e fa pensare che rappresenti un altro, nuovo metodo per silenziare le proteste civili, comprese quelle degli ambientalisti. In questo modo non si colpisce solo direttamente chi le esprime ma si crea un clima tale da scoraggiare chi ne volesse fare in futuro. Con le conseguenze sociali e culturali che credo capiate bene;
– la compagnia petrolifera ha dichiarato (cito da un articolo de Il Sole24 Ore) che “Siamo lieti che Greenpeace sia stata ritenuta responsabile per le sue azioni contro di noi, ma questa vittoria è in realtà per la gente di Mandan e di tutto il Dakota del nord che ha dovuto vivere quotidianamente le molestie e le interruzioni causate dai manifestanti finanziati e formati da Greenpeace”.
Non vivendo da quelle parti non posso ovviamente giudicare ma qualche dubbio mi viene. Del tipo: l’associazione ambientalista in questione è influente ma non ha un budget miliardario da spendere per ognuna delle tante battaglie in cui è impegnata nel mondo. Possibile che abbia investito somme così ingenti nel “finanziare e formare” i suoi simpatizzanti locali?
Inoltre: che diamine di molestie quotidiane sono riusciti a organizzare ogni giorno in quello Stato? Se sono stati capaci di farlo come minimo gli va riconosciuta una capacità invidiabile. Infine: è vero che Greenpeace è nota per azioni eclatanti e in parte discutibili (es. l’assalto alle baleniere che cacciavano i cetacei) ma non mi risulta che siano stati finora condannati per atti violenti e questo sarebbe il primo caso.
– L’ultimo (ma non per importanza) elemento di dubbio sulle reali cause di questa vicenda è il fatto che la protesta contro l’oleodotto della Energy Transfer era in realtà promossa e guidata dalle popolazioni native americane di quello Stato, le quali si sono rivolte a Greenpeace per avere appoggio internazionale. Mi sembra chiaro che questa sentenza rappresenta un segnale importante contro la loro volontà di combattere chi vuole sfruttare le loro risorse. Nel Nord Dakota e nel resto del mondo. Dimenticavo: l’attuale governatore del Nord Dakota è un Repubblicano.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
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