Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Combattere inquinamento e cambiamento climatico: ecco la doppia sfida per l’architettura

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Non basta costruire edifici più ‘resilienti’: per climatizzare interi quartieri è essenziale progettare e gestire in maniera diversa il verde urbano.

 

di Sandro Angiolini
19 agosto 2024

Questa settimana prendo spunto da due interviste a due donne, entrambe riportate sul quotidiano spagnolo El Pais. La prima in realtà era uscita già una decina di giorni fa sullo stesso quotidiano e vedeva protagonista la prima donna nominata presidente dell’Ordine degli Architetti in Spagna, Marta Vall-llosera. La seconda intervista invece è stata realizzata pochi giorni fa al responsabile del dipartimento ambiente dell’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità), Maria Neira.

C’è un semplice elemento che lega entrambe le interviste: il ruolo chiave che l’architettura può svolgere nel contrastare il cambiamento climatico. Per molti sarà una considerazione intuitiva ma, perlomeno da quanto (non) se ne parla in Italia, conservo diversi dubbi. Vediamo perché:

– in teoria la considerazione si applica più facilmente agli edifici che devono essere ancora costruiti. Ricordo al proposito che almeno da un decennio l’Unione Europea aveva emanato documenti e atti che andavano in questa direzione, prima che su questi temi si scatenasse l’enorme (e secondo me esagerata) polemica relativa all’approvazione della cosiddetta direttiva “case verdi” nello scorso febbraio. Qui il discorso mi sembra più chiaro: quando si progetta un nuovo immobile adottiamo tutte le soluzioni possibili in grado di renderlo “resiliente” rispetto agli effetti del cambiamento climatico, cominciando da quelle che presentano il miglior rapporto costi/benefici;

– questo non vuol dire installare solo dei condizionatori, altrimenti il beneficio di una singola casa si traduce nell’impatto negativo (l’emissione di aria calda all’esterno) sull’ambiente circostante, che a sua volta costringe altri ad adottare soluzioni che spesso aggravano il cambiamento climatico. E soprattutto non deve farci dimenticare l’importanza di progettare e gestire in maniera diversa gli spazi attorno a dove viviamo o lavoriamo. Qualcuno si ricorda come venivano – e spesso vengono realizzate ancora oggi – le nuove lottizzazioni? Il verde urbano era l’ultima cosa a cui si pensava, spesso lasciando solo degli spazi a stentato pratino o con qualche abete nel mezzo: una tristezza assoluta e un’opportunità sprecata per climatizzare adeguatamente delle aree partendo proprio dagli spazi esterni;

– ma l’architettura, specialmente in Italia, si trova di fronte una sfida forse ancora più grande: abbiamo circa 10 milioni di case vuote su un totale di 36: il 28%, e un vero incubo in termini di programmazione degli interventi di riqualificazione energetica e ambientale. D’accordo, molte di queste case saranno anche usate per affitti occasionali ma il dato rimane, come ha spiegato un bell’articolo (L’Italia delle case vuote – Fondazione PER (perfondazione.eu) pochi mesi fa.

Di solito queste case vuote si trovano in zone di alta collina e montagna, in piccoli borghi o centri lontani dalle principali vie di comunicazione. Ci dobbiamo rassegnare a lasciarle andare in rovina? Sì, perché se tenete presente che dal prossimo anno il Governo intende ridurre fortemente le detrazioni per gli interventi di ristrutturazione non si vedono molte speranze.
Direi che gli architetti italiani (e non solo loro) hanno di fronte un bel ventaglio di sfide….

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.

È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
Vedi a questo link.