Produceva borse e accessori in pelle per una nota griffe ma era priva di autorizzazione ambientale.Trovati un deposito incontrollato di rifiuti, reflui contaminati da prodotti chimici, lavoratori in nero.
PRATO – Produceva borse e accessori di pelle per una nota griffe di moda ma era priva di autorizzazione ambientale e smaltiva i rifiuti al di fuori della legge.
Si è concluso con il sequestro dell’impianto e la denuncia del titolare, un cittadino cinese di 37 anni, il controllo effettuato da ARPAT con il nucleo ambientale della Polizia municipale di Prato a una pelletteria nella zona delle Querce, al confine con il comune di Campi Bisenzio.
L’azienda, in piena attività, impiegava 14 persone, tre delle quali a nero. Prendeva commesse da un’azienda italiana con sede a Bagno a Ripoli, dalla quale era autorizzata ad assemblare modelli con un noto marchio di moda.
All’interno dei locali, oltre ai macchinari, c’era un vasto assortimento di prodotti chimici, coloranti, mastici, colle e diluenti, necessari per le varie fasi di lavorazione. E qui viene il peggio. Si è scoperto che non era mai stata chiesta l’autorizzazione ambientale per le emissioni derivanti dall’uso di questi prodotti; per di più i reflui contaminati dai coloranti venivano gettati nel lavandino del bagno e da lì finivano nelle fogne pubbliche.
Nel piazzale esterno erano accatastati 22 sacchi che contenevano di tutto: flaconi di coloranti mescolati a ritagli di pellame, avanzi di cibo, plastica e carta. La ditta non è stata in grado di dimostrare in che modo questi rifiuti venissero gestiti.
L’immobile naturalmente è stato posto sotto sequestro e il titolare denunciato per le numerose e gravi violazioni alla normativa ambientale.
Fonte: ARPAT
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