Rifiuti e riciclo

Collesalvetti, decine di ecoballe con amianto ammassate e incustodite

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La denuncia dalle Sinistre di Collesalvetti: “Si chiuda la zona e si facciano subito verifiche”. I rifiuti trovati durante scavi per lavori di Eni. 

 

di Gabriella Congedo

COLLESALVETTI (Li) – Decine di ecobag incustodite in un’area a verde a Stagno, frazione di Collesalvetti. Hanno un’etichetta con la scritta “Attenzione, contiene amianto” ma intanto stanno lì e solo ieri, dopo alcune settimane, le hanno coperte con un telone.

Il problema è stato sollevato da Partito Comunista di Collesalvetti, Partito Comunista Italiano, Rifondazione Comunista e Sinistra di Collesalvetti che con il portavoce Luca Chiappe hanno inoltrato un comunicato e un’interrogazione urgente al sindaco Adelio Antolini e ai NAS di Livorno.
Nei giorni scorsi i firmatari, ricevute varie segnalazioni circa la presenza di ecoballe di rifiuti nell’area a verde di via Berlinguer, sono andati a vedere con i loro occhi e le hanno trovate per sovrappiù incustodite e non segnalate da nessun cartello.

Collesalvetti-ecobag

A quanto si sa questo materiale contenente amianto è stato trovato dagli operai nel corso degli scavi condotti da ENI per la manutenzione dell’oleodotto in prossimità della pista ciclabile di Stagno. Sempre in seguito agli scavi è stato rilevato da Ambiente Spa anche un livello di contaminazione del terreno superiore ai limiti consentiti. Il Comune ne è stato informato e a breve ARPAT farà le necessarie verifiche.

Intanto però l’accesso all’area non è stato interdetto. Come mai, visto che è accertata la presenza dell’amianto? chiedono le sinistre di Collesalvetti. E pongono altre domande che appaiono dettate dal buonsenso più che dalla voglia di far polemica. Per esempio: perché la popolazione non è stata informata, e nemmeno la Pro Loco che gestisce la pista? Perché le ecoballe sono tuttora incustodite? Si è sicuri che non ci siano stati sversamenti di materiale che hanno inquinato la falda, visto che l’acqua viene usata per le docce dei bambini che giocano a calcio nei campi vicini o per innaffiare gli orti della zona? E infine, si prevede di chiudere la zona per verifiche approfondite, anche alla luce degli aggiornamenti del V Studio Sentieri dell’Istituto Superiore di Sanità che confermano nella zona un indice di mortalità oltre la media in entrambi i sessi e alti indici di malformazioni congenite?

Ci sarà poi da capire da quanto tempo quei rifiuti pericolosi erano lì sotto e chi ce li ha messi. È l’ennesima storia di veleni nascosti sottoterra, una di quelle che in Toscana emergono periodicamente o per una scoperta casuale, come qui a Stagno, o perché svelate da un’indagine della Magistratura (vedi inchiesta Keu sugli scarti delle concerie).

Rimane il dubbio che quello che viene alla luce e può essere bonificato non sia che la punta dell’iceberg mentre il grosso rimane dov’è. Invisibile, ma con conseguenze certe sull’ambiente e la salute. La Toscana non sarà la Terra dei Fuochi ma nemmeno è messa tanto bene. E se non si invertirà sul serio la tendenza il conto, un giorno o l’altro, lo pagheremo tutti.

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